Mariein si è fatto la morosa – di Fiorenzo Barzanti

fotostoria07

Nelle colline cesenati, farsi la morosa alla fine degli anni 50 era una cosa un po’ complicata. Le fasi erano tre: il corteggiamento ui va dria (si diceva dell’uomo che corteggiava la ragazza) , il fidanzamento uie’ ande’ in ca’ (l’uomo si e’ presentato ai genitori della ragazza) , il matrimonio i se’ spuse’ (si sono sposati). Dalla prima fase si poteva tornare indietro ma senza esagerare. Una ragazza che avesse avuto troppi corteggiatori rischiava dar ma ste’ in tla stala (rischiava di non sposarsi). Dalla seconda fase era molto difficile tornare indietro e la ragazza rischiava di non sposarsi più, u la lasceda, ui sara’ un mutiv (l’ha lasciata, ci sarà un motivo). Dopo il matrimonio di rompere non si parlava. Nei rari casi si era però comprensivi (finalmente) con la donna la ie turneda a ca’ parche’ i la maltrateva (è tornata a casa perché la maltrattavano). Non fatevi comunque un’opinione sbagliata. Una volta sposati, il comando della famiglia veniva assunto, portafoglio compreso, dalla donna (l’azdora). Brot cancar (brutto canchero) gli diceva il marito quando non gli voleva dare i soldi per andare nel bitulen (nel circolo) . La mamma della ragazza (fino al matrimonio) era onnipresente. Badava la figlia durante il corteggiamento ed il fidanzamento affinchè i due piccioni non rimanessero mai soli. Non era tanto che la ragazza doveva arrivare vergine al matrimonio, ma in caso di rottura del corteggiamento o del fidanzamento, tutti dovevano sapere che la ragazza era ancora vergine perché la mamma l’aveva badata bene. Ciò detto, credo che a quei tempi le vergini si contassero sulle dita di una mano. Mariein (Mario) era un caz matt (cazzo matto, si diceva in positivo di un giovane sveglio e un po’ allergico alle regole). Si era fidanzato con la fiola ad Manzulin (la figlia di Manzolini). Un sabato sera decisero di andare al veglione a Carpineta (nei locali si ballava ma per carnevale si faceva un grande ballo con un’orchestra di liscio importante). Salirono in tre sulla vecchia vespa, Mariein guidava, la morosa di dietro e la mamma della morosa (si diceva la vecia la vecchia) in terza posizione. Mariein guidava come un pazzo per le strade di collina. Inoltre era notte. Quando arrivarono alla Carpineta si accorsero che la mamma della morosa non c’era più. Dove l’avevano perduta ?. Fecero il percorso all’incontrario fino a casa ma non la trovarono. Secondo il vecchio detto contadino incua ai sem ad men chissà (oggi ci siamo domani chissà) tornarono a Carpineta a ballare. L’indomani la mamma che caduta dalla moto aveva chiesto ospitalità ad un vicino, tornò a casa tutta dolorante. Dimenticavo: quella notte fu concepito mio cugino. Per il matrimonio fecero una grande festa ed invitarono tutti i parenti. Il giorno del matrimonio si trasferirono a Ravenna perché Mariein fu uno dei primi che dalle famiglie contadine delle colline cesenati andò a lavorare nelle industrie ravennati. Fu la famosa migrazione che diede origine al borgo di Fosso Ghiaia.

Fiorenzo Barzanti

Questo post è stato letto 116 volte

Avatar photo

Fiorenzo Barzanti

Ingegnere, vive a Cesena. Ha lavorato per oltre 30 anni in aziende private di livello nazionale ricoprendo diversi ruoli fra i quali: Direttore di Produzione, Direttore Commerciale, Direttore Generale. La sua vera passione è il Settore Commerciale nel quale ha sviluppato una profonda conoscenza e professionalità e per il quale svolge consulenza aziendale. Ha scritto il libro; ‘’Vendere è come farsi la barba, se non lo fai tutti i giorni diventi un barbone’’. Figlio di contadini , coltiva la passione per il dialetto romagnolo e scrive storie vere di vita contadina sulle colline romagnole di Cesena fine anni 50 – inizio anni 60. (e-mail barzanti.fiorenzo@gmail.com) 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *