La cooperativa Giuliani cambia indirizzo e si trasferisce definitivamente nella nuova sede di Villa Selva a Forlì.
Dopo avere spostato tutta la parte produttiva circa due anni fa si trovano quindi ora in via Giorgi anche gli uffici tecnici e amministrativi, circa 60 lavoratori che finora erano ospitati nello storico edificio di via Meucci. È una delle novità di una cooperativa che negli anni, nonostante la devastante crisi delle costruzioni, ha mantenuto intatto il proprio ruolo di leader nazionale nel mercato dei serramenti e degli involucri edilizi.
«Chiuderemo il 2012 con circa 30 milioni di acquisito – spiega il presidente Vincenzo Coveri – ma va detto che il mercato residenziale non dà segni di vita, né ci aspettiamo che possa riprendersi a breve, considerando la quantità di appartamenti invenduti che si vede in giro. Va meglio per le facciate continue e gli involucri edilizi, per cui in questo campo abbiamo spinto sull’acceleratore. Con una precisa strategia: tutelare i soci e il lavoro».
Di cosa si tratta? «Lavori molto complessi, spesso elaborati da architetti e designer al top delle classifiche internazionali, e che mettono a dura prova le capacità di progettazione e produzione della struttura. Su questo, però, la nostra squadra ha sempre operato al meglio, confrontandosi con eccellenze internazionali e nazionali.
Il problema sono le marginalità, che si sono ulteriormente abbassate a causa della concorrenza spietata», dice Coveri. A questo si aggiunge la difficoltà con cui si riesce a incassare quanto dovuto dai clienti.
«Per fortuna i nostri parametri finanziari e i rapporti con gli istituti di credito sono positivi».
Tutte le analisi di settore dicono che la ripresa non si vedrà prima del 2014, concentrandosi nel terziario. Giuliani si sta quindi focalizzando dove è più forte, «in particolare in Lombardia, nella quale si concentrano i due terzi delle commesse attuali», chiarisce il presidente.
Allo stesso tempo i leit-motiv per il mercato delle costruzioni in questo momento sono tre: recupero del patrimonio edilizio esistente, energie rinnovabili e investimenti in ricerca e tecnologia.
«Pensiamo che nei prossimi decenni saranno le ristrutturazioni ad alimentare il mercato. In termini di risparmio energetico stiamo investendo in ricerca per migliorare i parametri termici dei nostri manufatti, portandoli allo stesso livello del PVC. È una sfida particolarmente impegnativa se si tiene in considerazione il fatto che i nostri sono “abiti su misura” per gli studi di progettazione».
Il discorso estero? «Lo stiamo affrontando, e non da ora. In passato abbiamo svolto importanti lavori internazionali, ma sempre “una tantum”. Ora invece abbiamo deciso di mettere a budget una cifra importante per ricercare le opportunità che si aprono nel mercato dell’Unione Europea. Oltre no, nei Paesi emergenti ci sono troppi rischi e poi non è nostra intenzione delocalizzare la produzione fuori da Forlì».
Giuliani ha già acquisito un cantiere nel Principato di Monaco, dove ha firmato un contratto con la azienda guidata da Pierre Casiraghi. Si tratta del complesso residenziale “Les Tamaris”, 63 alloggi che saranno consegnati nella prossima estate.
«A volte ad essere internazionale non è il cantiere, bensì il committente. È il caso dell’Hotel Gallia a Milano, un lavoro di grande prestigio, che proviene dallo sceicco del Qatar. O come per la Certosa RS3 di Milano, in cui la committenza è francese.
«Qui la particolarità è un frangisole motorizzato in canne di bambù, primo intervento in Italia di questo tipo». Altri lavori di spicco hanno riguardato la nuova sede Alcatel all’Energy Park di Vimercate (4,5 milioni di euro), l’edificio Siemens nel Parco Tecnologico degli Erzelli di Genova (3,7 milioni) e il secondo lotto dell’Ospedale Niguarda di Milano (3,6 milioni di euro).
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