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Ci vorrebbe un nuovo patto per lo sviluppo

Si salvano le medie imprese e il mondo cooperativo. Emerge dalla lettura dei bilanci degli ultimi cinque anni delle società di capitale della Provincia di Forlì – Cesena. Elaborazione fatta dalla Camera di commercio. Le aziende hanno reagito alla crisi ma non in misura sufficiente, per recuperare i margini economici ante-crisi. Rispetto al dato regionale il rendimento sul capitale investito è più basso. Sul fatturato c’è stato recupero a scapito però dei margini operativi che nel 2011, rispetto al 2007, risultano inferiori del -19,7% (-16,7% il dato regionale), per un importo in termini assoluti di 162 milioni.

Solo le medie imprese ottengono performance a livello di rendimenti sul capitale investito superiori alle medie regionali. Emerge un deterioramento dell’equilibrio patrimoniale e finanziario con un aumento dell’esposizione finanziaria di breve periodo, particolarmente accentuato nel manifatturiero e nella piccola impresa. Quest’ultima è la classe dimensionale in cui sono più evidenziate le criticità finanziarie. Poi hanno il maggior peso del “cuneo fiscale” aggravato da un costo del personale che in termini percentuali sul fatturato è quasi tre volte quello della grande impresa.

Il settore della cooperazione si conferma un comparto finanziariamente solido e con margini economici adeguati nel rapporto con le medie regionali, pur conseguendo una minor crescita in termini di fatturato.

I settori a più alto contenuto tecnologico vanno meglio, ma sono al di sotto delle medie regionali.

Intanto le prospettive non sono rosee. La data della ripresa è slittata ulteriormente in avanti e per il 2013 si prevede un ulteriore calo del Pil nazionale (meno un per cento) e dell’occupazione.

Però le nostre aziende si devono attrezzare per agganciare la ripresa, quando verrà. Contenuto tecnologico ed export sembrano essere le parole d’ordine. Una conferma arriva anche dall’edizione web de “Il sole 24 ore” di mercoledì 23 gennaio che riporta la notizia che l’export continua a funzionare, ma quello extra Ue. Questo a dimostrazione che c’è un intero continente in difficoltà.

L’obiettivo che devono centrare le nostre aziende però potrà essere raggiunto solo con il tempo, vista la nostra scarsa propensione all’hi tech. Nel frattempo il rischio è che la ripresa sia a macchia di leopardo. Per cercare di evitarlo il territorio dovrebbe studiare un nuovo patto per lo sviluppo che parta dall’appoggio agli ultimi che sono sempre di più. Non a caso a Cesena le famiglie a rischio povertà sono circa 1.300, erano 800 nel 2009.

 

 

 

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