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I dipendenti del Ridolfi: aiutateci a salvare l’aeroporto

FRA 30 GIORNI scadrà il bando dell’Enac, dopodiché potrebbe essere chiusa per sempre l’esistenza di una grande struttura e con essa anche il progetto di vita di più di 40 famiglie. L’aeroporto è, senza dubbi, una risorsa per la città. In questi anni, si sa, è stato gestito poco bene. Tuttavia, ciò non vuol dire assolutamente che non si possa voltare pagina. Si può e si deve fare. Sappiamo che ingenti risorse, patrimonio della collettività, sono state investite in una struttura che oggi è all’avanguardia dal punto di vista tecnologico/strumentale. I progetti di questo tipo però, vanno arricchiti e stimolati — oltre che da un forte impegno politico — da una notevole dose di passione, apertura mentale e lungimiranza. Non ci si può far prendere dai dubbi.

Sarebbe da sciocchi irresponsabili perdere definitivamente questa occasione, conosciamo bene tutti le peripezie, i giochi di potere, i tradimenti e le promesse mai mantenute che hanno accompagnato la storia dell’aeroporto negli ultimi anni ma non siamo qui per entrare nel merito delle colpe. In momenti come questi bisogna solo tirarsi su le maniche. I sindacati in questi mesi ci hanno accompagnato più volte interloquendo, agendo con forza e determinazione innanzi a coloro che sorreggono ancora il destino del Ridolfi.

foto tratta dal sito www.forliairport.it

Nonostante le attuali sfide che la crisi economica impone, fanno a tutt’oggi un grosso sforzo nelle sedi preposte per salvare i nostri posti di lavoro e il progetto aeroporto che sta in gioco. Noi lavoratori del Ridolfi però siamo in primo luogo persone che pensano, desiderano, sperano, lottano, soffrono e come chiunque abbiamo sogni e progetti da seguire. Così facendo, anche attraverso le nostre storie di vita e di lavoro, si mantiene viva la storia di questo aeroporto perciò vogliamo che non rimanga nulla in sospeso che si possa fare. Come quel ragazzo aviatore del quale questo aeroporto porta oggi il nome, siamo convinti che i sogni si portino a termine soprattutto se noi stessi siamo disposti a crederci fino in fondo.

In questi anni siamo stati in contatto con migliaia e migliaia di passeggeri e abbiamo avuto l’opportunità di toccare con mano quanto è importante questo luogo. Bisogna dare un segnale forte alla politica, alla società civile e a tutti coloro che avranno in mano il futuro di questo aeroporto. Tanti nati da queste parti, imprenditori, sportivi, artisti e intellettuali, persone semplici figli di questa terra che hanno creduto fino in fondo ai loro sogni, sono oggi persone di successo. Anche a loro va rivolto l’invito: prendete parte insieme a noi per salvare l’aeroporto del nostro territorio, che è anche il vostro territorio, da dove siete partiti un giorno per trovare fortuna credendo in voi stessi finché l’avete trovata. Soltanto in questo modo avremo la forza di creare un futuro certo per il nostro aeroporto e le nostre città.

«Secondo alcuni studi il calabrone non può volare perché la sua larghezza alare non è proporzionale alla sua grandezza corporea. Ma il calabrone non lo sa,perciò lui continua a volare… Più ci innalziamo e più sembriamo piccoli agli occhi di coloro che non sanno volare». (Nietzsche)

Le persone che lavorano all’Aeroporto Ridolfi

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