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Le storie vere di Fiorenzo Barzanti: “Il padrone e il contadino” (#4)

Storie vere di vita contadina sulle colline romagnole di Cesena.

Fine anni 50 – inizio anni 60. Storia N. 4

 

Baraghin era il padrone. Abitava in città a Madonna delle Rose. Aveva 5 poderi nelle colline cesenati, con i contadini. Aveva un difetto : e tartaieva (tartagliava). Uno dei contadini si chiamava Cudin ( piccola coda o quello che voi volete pensare). Anche Cudin e tartaieva. Baraghin era estenuante. Tutti i giorni ( in primavera ed estate ) andava da Cudin e voleva sapere : quante cassette di pesche hai venduto stamattina , quante ne venderai domani. Infatti Cudin come tutti i contadini fregava e dichiarava sempre la metà del vero.

Memorabile fu quella volta che Baraghin usla ciapet ( si offese) perché non conosceva il significato di alcune parole dialettali. Cudin aveva deciso infatti di vendere un maiale e come ogni bravo contadino doveva avvisare il padrone perché il ricavato veniva poi diviso fra i due. Si recò a casa del padrone e gli disse : sgnour padroun ai voi di de baghen. Come ti permetti di chiamarmi maiale ? rispose offeso Baraghin. Poi si riappacificarono perché Cudin gli spiegò che ai voi di significava ‘’ voglio parlarle del maiale’’.

Una sera, era all’incirca mezzanotte , il cane cominciò ad abbaiare. Cudin accese il lume a petrolio ed andò nell’aia. Vide il padrone Baraghin tutto trafelato e preoccupato. Vi lascio immaginare il dialogo fra i due balbuzienti. Si capivano sicuramente , soltanto in un tempo doppio del normale. In poche parole era successo che Baraghin era scivolato in un fosso vicino con la sua automobile e chiedeva aiuto. Cudin prese i buoi dalla stalla e andò sul posto par fe zerla ( tirare fuori l’auto con i buoi ). Quando Cudin arrivò, notò all’interno dell’auto una favolosa bionda. Chissà perché ma le bionde di città erano sempre favolose. Cudin fece il suo lavoro in modo impeccabile ed alla fine volle spendere qualche parola . Tot a post sgnoura , la iavu paura ?(tutto a posta signora ? ha avuto paura?).

L’indomani Baraghin come al solito andò a casa di Cudin e gli chiese: quante cassette di pesche hai portato al mercato questa mattina ?. Cudin veloce come la polvere disse : 20. Ma Baraghin disse: non fare il furbo , questa notte quando sono venuto a chiamarti le ho contate ed erano 40. Cudin estrasse la riserva di furbizia contadina e disse: sgnour padron , stà nota ho guardè ben in tla machina e ho vest una bionda , unera mica la su moi, am so sbaiè? ( signor padrone , questa notte ho guardato bene dentro l’automobile e ho vista una bionda , non era mica sua moglie o mi sono sbagliato ?).

Baraghin sentenziò: questa volta mi hai fregato, pensandoci bene, le cassette che ho contato erano 20 e non 40 ma non ti abituare. Nelle osterie del paese (che poi erano il circolo dei comunisti, il circolo dei repubblicani ed il circolo della Parrocchia) la storia circolò per un anno e si arricchì di particolari sicuramente esagerati : la bionda era nuda, piangeva e non voleva uscire dall’automobile, era una donna di facili costumi, si era invaghita di Cudin, la moglie di Cudin era diventata gelosa e gli aveva voltato il culo per sei mesi.

Voltare il culo si diceva di una moglie che negava il dovere matrimoniale al marito. Insomma Cudin diventò famoso ma ancora di più Baraghin che venne soprannominato putanir (puttaniere).

 

Fiorenzo Barzanti (barzanti.fiorenzo@gmail.com) riproduzione riservata

 

 

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