A Forlì in via Leone Cobelli, al posto della chiesina del Miracolo, vi era un tempo la casa, adibita a scuola, del maestro Lombardino da Rio Petroso. La notte del 4 febbraio 1428 il piccolo edificio andò completamente distrutto in un incendio da cui si salvò solo la xilografia su carta rappresentante la Madonna col Bambino. Con una solenne processione tenutasi pochi giorni dopo il miracolo (8 febbraio), il legato pontificio monsignor Domenico Capranica fece traslare la sacra immagine nel Duomo della città. In breve la Madonna del Fuoco soppiantò nel cuore dei Forlivesi gli altri compatroni (San Mercuriale, San Valeriano, San Pellegrino Laziosi). Dal 1636, la xilografia fu collocata nella grande cappella costruita appositamente.
Col naso all’insù: la xilografia della Madonna del Fuoco
L’immagine della Madonna del Fuoco è posta nel Duomo di Forlì al centro dell’altare maggiore della Cappella a lei intitolata. Rappresenta la Vergine col Bambino intorno alla quale si trovano otto figure di santi, in alto l’Annunciazione e la Crocifissione, in basso i dodici Apostoli con al centro una santa e la Vergine Incoronata. Misura 49 x 40 cm e fu realizzata su carta comune, incollata e inchiodata su una tavoletta lignea. Gli studi condotti le attribuiscono una datazione anteriore al 1420, più precisamente tra fine Trecento e i primi del Quattrocento. Con ogni probabilità si tratta della più vecchia xilografia su carta custodita in Italia, nonché una tra le più antiche in Europa.
Gabriele Zelli e Marco Viroli
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