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Il risultato elettorale spiegato da Enzo Risso di SWG

Le elezioni 2013 sono state segnate da due Italie. «Si sono commisurate due dinamiche confluenti e meridiane che hanno generato il risultato finale di sostanziale instabilità. In questo scenario tuttavia, il confronto non si è giocato più, come nel 2008, lungo l’asse centrodestra-centrosinistra, bensì lungo la linea cambiamento-appartenenza». Così Enzo Risso, direttore scientifico di SWG, ha riassunto al consiglio provinciale di Legacoop Forlì-Cesena il risultato delle ultime elezioni. Partendo da un assunto: le parole chiave, in dieci anni, sono cambiate. «Nel 2002 c’erano i valori del “Mulino Bianco”: famiglia, amore, amicizia, lavoro. Oggi la gente vive in un Paese molto impoverito e chiede onestà, giustizia sociale e rispetto. In questa situazione una parte del Paese, un quarto, ha lasciato le vecchie appartenenze e ha scelto di mandare un segnale di cambiamento».
Si tratta, rispetto al 2008, di un terzo degli elettori del centrosinistra e il 27-28% degli elettori del centrodestra. L’altra parte del paese, quella maggioritaria (circa il 60% degli elettori), ha scelto di continuare a votare per appartenenza. Ha dato il proprio voto al partito e alla coalizione cui si sente strutturalmente e ancestralmente legato. «In questa dinamica non incontriamo un voto convinto, ma un moto inerziale: il perpetuarsi in un comportamento elettorale anche se l’adesione è carica di delusioni e disincanti», ha detto Risso.
Impressiona un dato: gli elettori con scolarità medio-bassa e condizione economica precaria hanno votato in prevalenza Grillo e Centrodestra. Solo un 24% si è sentita rappresentata dalle istanze del centrosinistra. Idem per commercianti e artigiani, con una percentuale che scende al 15%. «Nel centrosinistra il bisogno di cambiamento e la voglia di rinnovare codici e azioni aveva marcato tutto il percorso di avvicinamento alle elezioni. Una spinta che, tuttavia, è andata smorzandosi nel corso della campagna elettorale, con un progressivo infiacchimento e affievolimento della capacità propulsiva e attrattiva». Secondo i sondaggisti di SWG quindi, l’ascesa di Grillo non è casuale, bensì si è costruita nel tempo come il frutto di due processi: è il portato della mancanza di rinnovamento e di offerta politica delle due grandi coalizioni; è il contenitore che sa accogliere, al contempo, la rabbia antisistema degli elettori di centrodestra e la spinta radicalizzata che aleggia tra il popolo di centrosinistra.
Per quanto attiene, infine, Monti, il suo risultato, molto al di sotto delle aspettative dello stesso Presidente del Consiglio, porta alla luce la distanza che esiste tra la classe dirigente italiana e i cittadini.

«L’offerta tecno-politica montiana, che tanto appeal ha avuto nei salotti e nella upper class italica, non ha saputo rappresentare una reale offerta politica alternativa per l’universo moderato, arenandosi tra le sabbie mobili della sua immagine elitaria e distaccata dal paese reale», ha concluso Risso.

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