Di Fiorenzo Barzanti
Cara mamma ti scrivo da Roma. Le giornate scorrono lente e sono molto lunghe. Noi non possiamo fare amicizia con nessuno, dobbiamo stare in gruppo e stare alla larga dai giornalisti.
Facciamo riunioni interminabili per decidere dopo ampia discussione a che ora ci dobbiamo ritrovare il giorno dopo. Tutte le altre questioni non spettano a noi ma attendiamo con ansia il post sul blog di Grillo per interpretare le decisioni supreme.
Ieri notte improvvisamente ha squillato il telefono, una voce metallica registrata mi ha dato l’ordine di trovarmi l’indomani mattina a piazzale Flaminio alle ore 9,00 in punto. Non dovevo dire nulla a nessuno e per sicurezza dovevo portarmi un cambio di biancheria. Sono arrivata sul posto con 20 minuti di anticipo. Alla spicciolata arrivavano tutti gli altri colleghi parlamentari grillini.
Per la verità abbiamo l’obbligo di chiamarci cittadini pena un richiamo scritto della Lombardi. Tre pullman ci aspettavano. Nessuno di noi sapeva dove eravamo diretti e quanto sarebbe durato il viaggio. Solo agli autisti sarebbe stato comunicata la meta durante il tragitto.
Il cittadino Crimi ha cominciato a fare l’appello. Improvvisamente è arrivata la cittadina Lombardi che gli ha strappato il foglio dalle mani ed ha continuato con voce professorale e sguardo inquietante ogni volta che uno era assente. A
Crimi il compito di darci una sportina con un panino con mortadella ed una bottiglietta di acqua. Saliti sui torpedoni siamo partiti per destinazione ignota.
Circa 300 macchine di giornalisti ci inseguivano. Per circa due ore abbiamo girato attorno al Grande Raccordo Anulare, credo per depistare gli inseguitori. Il paesaggio era abbastanza bello.
Mamma, quando vieni a Roma, la prima cosa che faccio è quella di portarti a fare un giro sul GRA. Verso mezzogiorno siamo arrivati in un grande casolare di campagna. Da queste parti lo chiamano agriturismo.
Ci siamo assiepati all’ingresso e siamo rimasti in attesa. Improvvisamente nel cielo è comparso un elicottero bianco che si è adagiato sul prato.
Non ci potrai credere, tutti vestiti di bianco sono scesi Grillo, il nipote, l’autista e Casaleggio. Siamo stati abbracciati uno per uno.
Dalla stretta e dalla durata dell’abbraccio oltre che dallo sguardo abbiamo capito quali di noi sono nelle grazie di LUI e quali no.
Siamo stati accompagnai in una grande sala con una tavola imbandita. L’ambiente ci ha fatto capire che Grillo era di buon umore e che avrebbe usato la carota e non il bastone. Abbiamo mangiato paccheri con guanciale e funghi porcini. Erano abbastanza buoni ma mi sa che i funghi erano congelati. Poi vitello arrosto tagliato a fette con patate al forno.
La carne era un po’ stopposa e sicuramente cotta la sera prima. Dopo il pranzo Crimi si è addormentato ed abbiamo dovuto portarlo fuori a braccio, forse perché aveva mangiato troppo.
Una sola frase inquietante ha detto Grillo alla fine:’’ se non mi date retta e fate di testa vostra, io e Casaleggio molliamo tutto e ritorniamo a vita privata’’.
Era come quando ero piccolina e facevo i capricci ed il papà per spaventarmi diceva’’ se non fai la brava papà se ne va e non torna più’’. Io ritornavo subito ubbidiente perché sapevo che il babbo era l’unico che portava a casa i soldi per mantenere la famiglia.
Verso sera siamo risaliti sui Pullman per tornare a Roma. Tutti cercavamo di sederci il più lontano possibile dalla cittadina Lombardi ma lei ogni cinque minuti faceva un giro in mezzo ai sedili per scrutare i nostri volti. Alla fine ero esausta ma infelice.
Mi divertivo di più quando sempre per pasquetta io, mio fratello, tu e il babbo andavamo a fare una gita sulle colline. Dopo avere mangiato sulla tovaglia stesa per terra giocavamo a nascondino e parlavamo ad alta voce. Ciao mamma , spero di rivederti presto e ogni tanto clicca sul blog di Grillo.
Dicono infatti che ad ogni clic, 2,48 euro finiscono nel suo portafoglio.
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