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Il discorso per i 50 anni della cooperativa COIEC

Il presidente di COIEC Pierluigi Palazzi ha pronunciato questo discorso in occasione dei festeggiamenti per il mezzo secolo di vita della cooperativa

Ognuno di noi ha un motivo diverso per essere qui. Non posso conoscere nei dettagli i motivi di ciascuno di voi, eppure possiamo tutti immaginarli.

Alcuni di noi sono in COIEC perché amano il lavoro. La maggior parte di chi è qui prova una forte passione per questa cooperativa. Trova le giuste motivazioni, ci mette l’entusiasmo. E non è tutto.

Alcuni di noi sono in COIEC perché alla fine del mese vedono lo stipendio. Hanno ragione, la parte economica è fondamentale. Tutti noi siamo dei dipendenti che vivono del proprio stipendio. E non è tutto.

Alcuni di noi sono in COIEC perché hanno imparato ad ascoltare se stessi e gli altri. Anche se ci sono canzoni sempre più alla moda noi siamo comunque una bella musica. E vogliamo continuare ad esserlo mantenendo un atteggiamento consapevole e attivo. E non è tutto.

Tutto quello che conta è che una buona parte di chi ha fatto COIEC, di chi la fa ogni giorno, di chi la farà in futuro è qui, adesso, in mezzo a noi. Tutto quello che conta è che siamo qui, stiamo bene insieme, e siamo in tanti.

Il motivo per cui siamo qui è che condividiamo delle cose e dei valori. Noi i valori li viviamo sulla nostra pelle, li viviamo nella nostra quotidianità. Abbiamo preso decisioni difficili, in relazione alle acquisizioni di nuove commesse, in relazione agli investimenti materiali ed immateriali tesi all’innovazione organizzativa. Abbiamo preso decisioni importanti, in relazione ai risultati attesi e soprattutto in relazione ai risultati ottenuti, e lo abbiamo fatto guardandoci sempre negli occhi, dicendoci sempre in faccia quello che pensiamo.

 

Alla festa per i 50 anni erano presenti i soci, i soci fondatori, i dipendenti e i collaboratori di COIEC

Le parole sono parole e possiamo lasciarle nei libri, anche in libretti limpidi e belli come questo che abbiamo appena finito di stampare. Sono passati oltre cinquant’anni da quando è nata COIEC. Quando leggerete nel libretto che tutti insieme abbiamo creato una grande cooperativa, leggerete una cosa vera. È vero che abbiamo fatto dei sacrifici. E’ vero che abbiamo sempre tenuto duro.

Siamo gente seria, granitica, siamo partiti dal nulla. Spesso grandi iniziative nascono da semplici opportunità. Donne e uomini motivati e con un obiettivo comune che negli anni hanno raggiunto risultati insperati.

Ragione, volontà e sentimento, se ci pensate bene, sono le forze che dal dopoguerra ad oggi hanno fatto funzionare l’Italia. E’ storia vissuta. E’ così.

Vedete, io non c’ero in quegli anni. Nemmeno molti di voi c’erano. Però ci siamo adesso e

tutti sentiamo questa grande responsabilità. Di portare ora, nel domani, qualcosa di infinitamente prezioso che merita fedeltà, che merita rispetto. Lo stesso rispetto che

portiamo oggi per i nostri ex presidenti, per i nostri soci fondatori e non, per i nostri dipendenti che erano in COIEC allora e che sono in COIEC adesso, qui con noi.

COIEC non è di qualcuno di noi. Non è di una singola persona. Non è mia, così come non lo è stata di nessuno di coloro che ci hanno preceduto. Perché COIEC è di tutti noi. Noi, giustamente, la trattiamo come se fosse nostra anche perché è così che ci hanno insegnato quelli che hanno fatto grande questa cooperativa. E verrà il momento in cui dovremo lasciarla a chi verrà dopo di noi. Per questo trasferire le abilità, le competenze, dai lavoratori più anziani e più esperti ai lavoratori più giovani e meno esperti, deve essere per noi una preoccupazione costante.

Tutti sappiamo che oggi il lavoro è cambiato. La crisi finanziaria ed economica internazionale rappresenta ora la sfida più grande per tutti e ci impone, come individui, come cooperative, imprese, come organizzazioni territoriali, di agire e reagire in modo diverso rispetto al passato. Abbiamo bisogno di un’idea di responsabilità e di un’idea di consapevolezza molto più sensibile, incorporata nel nostro stesso sistema.

Il mercato ci chiede di essere sempre più competitivi, sempre meglio organizzati e noi non siamo mai stati quelli che si tirano indietro. Non ce lo possiamo permettere. Noi siamo quelli che vanno avanti a testa bassa. Con la competenza, l’affidabilità, la professionalità e soprattutto la voglia di crescere, la voglia di fare.

A volte sbagliamo, agiamo d’istinto e ci esponiamo in prima persona a rischi inutili. Gli screzi ci sono, piccoli e grandi, ma è normale. Altre volte siamo disposti ad aiutare un collega in difficoltà magari svolgendo parte del suo lavoro o riparando ai suoi errori. E ancora sappiamo gioire insieme di ciò che di buono ci porta la giornata.

Allora, c’è il momento per sentirsi individui e c’è il momento per unire le nostre forze, le nostre speranze. Quel momento è adesso. Se siamo dove siamo oggi è merito di tutta la COIEC, nessuno escluso, ma non possiamo e non vogliamo vivere sugli allori. La partecipazione, la condivisione, la coesione: questo significa essere cooperativa.

E non importa se siamo in COIEC per i nostri valori o per il nostro lavoro o per il nostro stipendio. Ciò che importa è che siamo qui, adesso, insieme a tutti coloro che lo hanno reso possibile. Insieme vogliamo celebrare la continuità, la solidità e rinsaldare lo spirito di squadra all’insegna della cooperazione.

Nuovi traguardi ci aspettano, oltre i 50 anni di COIEC.

PIERLUIGI PALAZZI

Presidente della cooperativa COIEC Elettrodotti

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