I lavoratori si comprano l’azienda e volano in America

Dalle ceneri di un’azienda in crisi è nata una nuova cooperativa di produzione infissi in alluminio che punta già ai mercati esteri. «La forza della cooperativa sta nell’aiutarsi a vicenda».

Da azienda in crisi si è trasformata in cooperativa. Ora la Ncs infissi è pronta a conquistare i mercati americani. La società Sia Infissi di Rimini era una società di capitali attiva nella produzione di infissi in alluminio e pareti ventilate in cui erano impiegati 25 lavoratori. A causa di disavventure finanziarie è stata avviata alla liquidazione. Con la formalizzazione del concordato preventivo di Sia alcuni dei lavoratori hanno contattato Legacoop per trovare una soluzione che garantisse la continuità dell’impiego, ma soprattutto la salvaguardia del patrimonio di saperi tecnici e relazioni commerciali.

Il 18 aprile 2012 è nata così la Nuova Cooperativa Sia (Ncs), nel maggio dello stesso anno è stato sottoscritto l’affitto d’azienda. «Siamo partiti con una situazione di emergenza – racconta Andrea Paolini, presidente della cooperativa e responsabile commerciale -, ma ora l’azienda è diventata una buona realtà.

Dopo i primi 6 mesi nei quali abbiamo portato avanti i contratti già in essere, durante il 2013 siamo riusciti ad acquisire tutti clienti nuovi. L’affitto d’azienda è stato assorbito, nel 2014 andremo avanti con una struttura tutta nostra». Ncs conta 9 soci e 2 dipendenti.rc201402_febbraio-web_Pagina_12

Presidente Paolini qual è il vantaggio di esservi costituiti in cooperativa?
Sicuramente abbiamo responsabilizzato le persone che hanno deciso di intraprendere questo percorso. Un altro aspetto è che mettere le nostre forze in comune ci ha permesso di ripartire da un’azienda in crisi. Era inoltre una soluzione da percorrere per avere una credibilità verso il mondo esterno (il capitale sociale iniziale di 100.000 euro è stato raddoppiato dal sostegno di Coopfond, ndr). Una srl avrebbe avuto sicuramente vita breve, l’ingresso dei soci nella cooperativa ha permesso di costituire un capitale più corposo. Un’azienda non capitalizzata non avrebbe avuto la stessa credibilità di una cooperativa. In cooperativa ci si dà man forte l’uno con l’altro».
Ci sono state difficoltà in questa trasformazione?
«Legacoop ha avuto un ruolo importante, ci ha sostenuti dal primo momento durante la fase di costituzione, poi abbiamo avuto la possibilità di accedere al fondo Coopfond per ottenere i finanziamenti necessari allo svolgimento della nostra attività, che altrimenti sarebbe stato complicato ottenere.
Dal punto di vista lavorativo è cambiato qualcosa?
Tutti ci conoscevamo anche prima, ma il fatto di esserci costituiti in cooperativa coinvolgendo dall’impiegato all’operaio ha reso tutti più attenti alle problematiche dell’azienda, dalle quali prima erano toccati solo marginalmente. Adesso tutti capiscono oneri e virtù, ognuno è un piccolo imprenditore, con l’nteresse che le cose vadano bene. Ogni socio dà il proprio giudizio e contributo costruttivo, che magari prima teneva per sé in quanto magari neanche veniva ascoltato.
I cambiamenti si stanno susseguendo, cosa state organizzando per il futuro?
Cerchiamo di consolidare l’azienda: un primo passo sarà trasferirci in una nuova struttura a Rimini tutta nostra e partire in autonomia senza l’ausilio dell’affitto d’azienda. Abbiamo macchinari importanti da spostare, altri da acquistare. Contemporaneamente stiamo avviando collaborazioni con altre aziende per lanciare  la commercializzazione dei nostri prodotti all’estero, in particolare in Messico, a Cancùn. Stiamo formalizzando i passaggi per aprire un punto vendita per i nostri infissi, insieme ad altre società che producono oggetti complementari ai nostri, come porte blindate e tendaggi. Contiamo di allargarci, anche in questo caso con una sorta di cooperativa. L’unione fa la forza. Negli Stati Uniti stiamo lavorando con un’azienda che ci sta dando delle commesse: sicuramente è un opportunità.

 

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