Quattro parole chiave per i candidati alle prossime elezioni amministrative ed europee del 25 maggio: “Costruire, Coltivare, Cooperare, Cambiare”. È questo il titolo del documento programmatico che Legacoop Romagna rivolge in maniera trasversale a tutti i settori, toccando nelle sue sedici pagine numerosi temi: dalla necessità di dare credito alle imprese a quella di ridurre i carichi burocratici e normativi, dal superamento della pratica del massimo ribasso agli investimenti per l’innovazione, la riqualificazione e le infrastrutture, fino alla tutela dell’esperienza significativa della cooperazione sociale.
La prospettiva che emerge dal documento è quella della città metropolitana Romagna, partendo dalla considerazione che con poco più di un milione di abitanti l’area vasta è un sistema urbano policentrico che ben si presta a sviluppare reti e nodi sinergici che potrebbero aiutarla a diventare competitiva su temi come salute, benessere, welfare, lavoro, ambiente, alimentazione, turismo, cultura e arte. Un altro punto chiave è la richiesta di valorizzare le imprese legate al territorio – in particolare nel settore edile – sostenendo e premiando quelle che lavorano bene, creando un albo che le differenzi in termini di fiscalità, finanziamenti e semplificazione autorizzativa.
Alle forze politiche il presidente di Legacoop Romagna, Giancarlo Ciaroni, chiede progetti volti a «consolidare la nostra Università; incrementare la formazione e la cultura; valorizzare le opportunità ambientali; consolidare la nostra sanità e la ricerca». Turismo e cultura sono settori industriali che come tali devono essere considerati, ma «a livello infrastrutturale non possiamo più essere attendisti, a partire dal tracciato della E55 per il trasporto su gomma, alle vie di collegamento (via Emilia Bis), alla metropolitana di superficie o al potenziamento dei collegamenti ferroviari più deboli da Bologna per la costa, così come all’approfondimento dei fondali del porto di Ravenna per il traffico marittimo delle merci. Della migliore gestione e razionalizzazione delle piattaforme logistiche, in proiezione futura all’intermodalità, su cui tante risorse si sono impiegate. Il territorio e il sistema economico della Romagna non possono, inoltre, fare a meno di un moderno sistema aeroportuale».
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