Per l’evento di agosto, in analogia a quanto raccontato nelle precedenti rubriche, segnaliamo la visita guidata in programma lunedì 25 agosto 2014, con partenza alle ore 20.30 da piazza Saffi. L’iniziativa, organizzata su impulso di Vittorio Ragazzini, presidente dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra – Sezione di Forlì, in collaborazione con il Comune, si inserisce nel programma delle manifestazioni promosse per ricordare gli avvenimenti che segnarono la storia della città prima della Liberazione.
La visita guidata permetterà di ricordare in modo esaustivo il bombardamento del 25 agosto 1944, del ruolo che ebbe don Pippo nel soccorrere i feriti e ricomporre i morti, del tentativo riuscito di salvare il campanile di San Mercuriale.
Verranno segnalati i danni riportati dal Palazzo degli Uffici Statali e da quello delle Poste. Nel 1944 gli edifici ospitavano due rifugi antiaerei che, unitamente a quello costruito a Palazzo Serughi, oggi sede della Camera di Commercio, a quello ricavato al piano terra della Torre Civica, in caso di allarme offrivano riparo ai numerosi cittadini residenti e a quelli che, nelle giornate del lunedì e del venerdì, affollavano il mercato.
Sempre nel centro storico, altri rifugi erano stati approntati nel Palazzo della Prefettura, in piazza delle “Erbe”, in Palazzo Albicini e al Monte di Pietà. Di tutti sono rimaste solo vaghe indicazioni che col passare del tempo si stanno inesorabilmente cancellando.
Una testimonianza “particolare” del bombardamento che, il 25 agosto 1944, colpì la piazza e la zona circostante si può trovare in via delle Torri all’altezza del numero civico 16, dove, accanto alla vetrina del negozio di colori e vernici, un rigoglioso glicine si arrampica lungo la facciata dell’edificio. È il glicine di Manoni, chiamato così perché piantato, curato e “salvato” dalla omonima famiglia proprietaria del negozio. Quella mattina, secondo quanto annota Antonio Mambelli nel suo “Diario”, quattro formazioni di aerei alleati, per un totale di 23 bombardieri, sganciarono decine di bombe. Particolarmente colpito fu il centro storico e si contarono molte decine di morti e una bomba centrò in pieno la schiera di edifici di questo tratto di via delle Torri provocando notevoli distribuzioni. Tra le rovine, unica presenza di vita era il glicine, rimasto “miracolosamente” intatto.
Non ebbe scampo, invece la Torre Civica che si ergeva tra piazza XC Pacifici e piazzetta della Misura. Edificata originariamente in epoca medievale e sottoposta a diversi interventi, la Torre venne fatta crollare nella notte fra l’8 e il 9 novembre 1944 dai Tedeschi in ritirata e, rovinando al suolo, travolse anche il sottostante Teatro Comunale. Sulla pavimentazione di piazzetta della Misura è stato evidenziato il perimetro che occupava il teatro. La Torre Civica venne ricostruita nel 1977 mentre il Teatro purtroppo resta solo un ricordo nella memoria dei Forlivesi più anziani.
Sempre nella notte tra l’8 e il 9 novembre 1944 la torre campanaria della Cattedrale di Santa Croce (Duomo) fu anch’essa minata dai Tedeschi. Pur lasciando indenne la zona dell’altare centrale, il crollo provocò la distruzione della Cappella di San Valeriano e delle opere d’arte in essa contenute, lasciando integro solo l’altare. Il giorno dopo Forlì sarebbe stata liberata.
I lavori di ricostruzione iniziarono nel 1968 e domenica 9 gennaio 1977, il nuovo campanile, alto 57 metri (l’originale era 61 metri), venne ufficialmente riconsegnato alla collettività.
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