Macfrut ha chiuso con numeri positivi quella che, presumibilmente, è la sua ultima edizione cesenate. Il trasferimento continua a far parlare e l’impressione è che il dibattito si protrarrà per molto tempo e che le posizioni resteranno immutate. E’ legittimo. Su questa vicenda però la politica cesenate deve battersi il petto. In particolare l’opposizione. Aveva il colpo in canna e non lo ha sparato.
Che Macfrut se ne sarebbe andato lo si sapeva. Non è un caso che poco più di un mese dopo la rielezione, il sindaco abbia iniziato le grandi manovre. Che il divorzio fosse nell’aria lo si era capito tre anni fa quando ci fu la trattativa con Rimini. A gestirla fu l’assessore regionale Muzzarelli. Cesena chiedeva una contropartita valida e gli fu proposto il ruolo di incubatore per far crescere le fiere. Il sindaco di Cesena disse di no, anche perché se non avesse portato a casa una contropartita valida rischiava di pagare pegno alle elezioni. Che però Macfrut rischiasse di andarsene si sapeva e fu scritto in maniera chiara.
Ebbene, ci si aspettava che l’argomento fosse uno di quelli sui quali far ruotare la campagna elettorale fra l’altro, tutto sommato, povera di temi.
L’opposizione che, legittimamente, è contraria allo spostamento, avrebbe dovuto tirare in ballo la questione e chiedere conto a Paolo Lucchi che, invece, non essendo stato sollecitato, se ne è guardato bene dal parlarne. Non dico che sarebbe stato l’argomento che avrebbe caratterizzato tutta la campagna elettorale, ma avrebbe occupato uno spazio rilevante, in considerazione del fatto che stiamo parlando della più importante fiera di Cesena.
Adesso invece si dibatte e l’impressione è che si parli dell’argomento sbagliato. E’ giusto che i vari schieramenti tengano il punto relativamente allo spostamento, ma qualcuno, prima o poi, dovrà cominciare anche a fare proposte su cosa organizzare in fiera al posto del Macfrut. Invece, da questo punto di vista, c’è silenzio assoluto. Purtroppo è il difetto della politica: una scarsa visione di prospettiva. Purtroppo ci si limita sempre più a gestire l’ordinario. Mentre servirebbe qualcosa in più. La maggioranza deve guardare avanti almeno di dieci anni. Le buche nelle strade vanno sistemate, ma bisogna anche pensare al nuovo Prg.
L’opposizione deve avere la capacità di prevenire. Le mosse vanno fatte prima che le delibere arrivino in Consiglio comunale o in commissione. Altrimenti si può solo protestare sperando di avere un po’ di visibilità nella stampa.
Invece, stando così le cose, non ci si deve meravigliare se alle primarie per scegliere il candidato governatore dell’Emilia Romagna vanno a votare solo poco più di 50 mila persone.
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