Decisamente il 28 ottobre è una data particolare per Predappio (FC), paese definito da taluni come la “Città del Capo” perché qui il “Duce”del fascismo nacque e vi è sepolto.
Per le coincidenze della storia il 28 ottobre è l’anniversario della “Marcia su Roma”, ma è anche la data della Liberazione del paese dall’occupazione nazi-fascista.
Due ricorrenze di segno opposto, anche se per la verità la Marcia su Roma non coinvolse molto questo paese, infatti, all’epoca vi erano solo quattro iscritti ai Fasci di Combattimento e non si ha notizia che qualcuno di loro abbia partecipato alla “Marcia”. Mussolini finché non salì al potere non riscosse molta considerazione fra i cittadini del paese che gli aveva dato i natali. Gli effetti della “Marcia” si fecero comunque sentire presto e pesantemente anche a Predappio, l’amministrazione socialista, che aveva ottenuto l’80% dei consensi elettorali e che non si era mai piegata alle ripetute aggressioni dei fascisti “venuti da fuori”,venne destituita d’imperio dal Prefetto: il paese di S.E. Benito Mussolini Primo Ministro del Regno, non poteva essere amministrato dai sovversivi.
Nel tempo il 28 ottobre Predappio è diventato il luogo della celebrazione dell’ascesa al potere del fascismo, alcune miglia di nostalgici occupano il paese, sfilano fino al cimitero, un prete spretato celebra una specie di messa, si fa una capatina alla “casa natale”, nei negozi di “souvenir” e magari qualcuno si ferma a ritemprarsi con tagliatelle e Sangiovese.
Quest’anno, ricorre il 70° della Liberazione, vi sarà un evento “nuovo”, dopo tanti anni d’oblio.
La liberazione di Predappio sarà ricordata è celebrata.
Sui fascisti a Predappio hanno scritto in tanti, talvolta la questione è trattata anche dai giornali nazioni ed internazionali. L’immagine che si dà del paese è generalmente quella di una vulgata stereotipata e banale ben lontana dalla realtà.
Predappio è molto di più e di diverso dalla vulgata per cui è diventata celebre fuori dal nostro territorio. Certo Mussolini curò in modo particolare il suo paese nativo con una politica particolarmente favorevole. Agli elevati contributi statali per la sua urbanizzazione ed industrializzazione, si aggiunsero aiuti e contributi ad amici e parenti, elargiti in modo clientelare. Nel valutare questi elementi è facile immaginare che il paese possa essere identificato con l’illustre personaggio a cui aveva dato i natali.
Eppure la storia non è andata in questo modo. All’inizio del XX secolo Predappio aveva una consolidata tradizione rivoluzionaria. Guardando i dati della partecipazione alla lotta di Liberazione vediamo che questo comune diede un contributo ragguardevole alla Resistenza, nonostante i trascorsi del ventennio fascista. Certo ciò può sembrare strano, un fatto eccezionale, inconcepibile. Poteva essere diverso, data la sua condizione particolare, invece la vecchia anima democratica e quindi antifascista pur scalfita, rimossa ed ammutolita per molti anni, riemerse dall’ombra ancora vitale.
La vera peculiarità di Predappio sta nel fatto che il suo spirito democratico ed antifascista, non fu spento né dalla politica del bastone né da quella della carota. A molti e specialmente ai forestieri che non conoscono lo spirito che animava la terra di Romagna ciò potrà sembrare impossibile, ma questo è stato.
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Palmiro Capacci
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Palmiro Capacci
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