In piazzetta della Misura sorgeva un tempo il Teatro Comunale di Forlì, intitolato al tenore Giuseppe Siboni, distrutto dal crollo della Torre Civica, come descritto in una lapide posta a ricordo:
IN QUEST’AREA MUTILATA IL 9 NOVEMBRE 1944 / DALLA TEMPESTA DEGLI EVENTI BELLICI / FU LUOGO D’INCONTRO E DI SPLENDORE ARTISTICO / IL MASSIMO TEATRO DELLA COMUNITÀ FORLIVESE / DALL’ANNO 1776 QUIVI RIFULSE / IL CULTO DELL’ARTE SCENICA E DELLE VOCI SOVRANE / QUIVI SALI’ L’APPLAUSO / A GIOACCHINO ROSSINI NICCOLÒ PAGANINI E PIETRO MASCAGNI / A ELEONORA DUSE E TOMMASO SALVINI / E VÈR LA VOLTA ABBELLITA DA FELICE GIANI / SALÌ SUBLIME IL CANTO / DEI CONCITTADINI GIUSEPPE SIBONI ANGELO MASINI / GIUSEPPE PAGANELLI E GIULIETTA SIMIONATO
Progettato nel 1773 dall’architetto Cosimo Morelli, inaugurato nel 1776, il Teatro Comunale, a pianta ellittica con tre ordini di palchi e loggione, in tempi diversi era stato riccamente decorato da numerosi artisti, tra cui Felice Giani, Pompeo Randi e Cesare Camporesi. Per quasi due secoli aveva caratterizzato la vita culturale cittadina con spettacoli di prosa, concerti e stagioni liriche.
Il 26 dicembre 1877 riscosse unanimi consensi la prima della Favorita di Gaetano Donizetti. Le cronache raccontano di una prova superlativa di tutti gli interpreti e in particolare del soprano Emilia Locatelli, anche se gran merito del successo venne attribuito soprattutto al nuovo impianto luci. Fu infatti proprio in quell’occasione che l’illuminazione a gas venne abbandonata e sostituita con quella elettrica. La scena si “animò di colori brillanti e i primi piani e i giochi d’ombra creati da una sapiente regia” destarono grandissimo stupore tra il pubblico. I giornali continuarono a scriverne per giorni e giorni e per molte altre sere le repliche registrarono il tutto esaurito.
Sulla pavimentazione di piazzetta della Misura è riportato il suggestivo disegno dello spazio perimetrale che occupava il teatro distrutto.
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