Mestre-Orte ed Emilia bis: chi ha ragione?

Approvato, con prescrizioni e raccomandazioni, il progetto preliminare del “Collegamento autostradale E45-E55 Orte – Mestre”. La notizia è stata diffusa dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e prevede, in questo primo momento, un investimento complessivo di 9,7 miliardi di euro. Un intervento importante che potrebbe portare presto a risposte concrete anche per il territorio romagnolo, in particolare per Cesena e Ravenna. Ma a trarne benefici potrebbe essere anche Forlì.
L’approvazione non significa che c’è il via libera ai cantieri. Adesso può partire il project financing. Se tutto andrà bene dovranno passare almeno altri due anni. Poi, se non ci saranno intoppi, serviranno almeno un’altra decina di anni.
Per il territorio è una grandissima opportunità. Innanzitutto perché la Mestre-Orte (che poi dovrebbe essere allungata fino a Civitavecchia) sarà una porta verso l’Europa dell’est, territorio in continua crescita e che è sempre più complementare con l’Italia. Quindi il porto di Ravenna ne potrà sicuramente trarre vantaggio. Ma anche per Cesena è una grande opportunità. Il completamento della grande arteria autostradale sarà il tassello definitivo per far diventare la città dei Malatesta uno dei principali nodi viari d’Italia. Una volta terminata l’opera Cesena, sotto questo profilo, sarà a livello di Bologna. Il tutto a vantaggio dello sviluppo economico. In particolare per quanto riguarda l’aspetto logistico. A Cesena non hanno ancora dimenticato l’opportunità persa a metà degli anni Novanta quando la Ford preferì Bologna a Cesena (trattative c’erano per uno spazio all’ex Arrigoni) per installare il centro per la propria logistica. Una scelta dettata dal fatto che a Bologna i collegamenti stradali erano migliori rispetto a Cesena.
Inoltre, tornando agli scenari futuro, a Cesena si potrebbe prevedere il rilancio dell’autoporto struttura che negli ultimi anni (complice anche la crisi) ha perso peso.
La realizzazione della nuova arteria potrebbe essere importante anche per Forlì, ma servirebbe anche un collegamento diretto con Cesena. Sarebbe la via Emilia bis. Lo stesso obiettivo, invece, diffcilmente si otterrebbe con l’autostrada. La dislocazione del casello di Forlì non pare sufficiente funzionale ad un collegamento diretto fra aeroporto di Forlì, autoporto di Cesena e porto di Ravenna.
E’ anche facile immaginare che l’approvazione del progetto riaccenderà le polemiche. Gli ambientalisti cominciavano a dare per morto il progetto. Per questo il risveglio potrebbe essere traumatico. Quindi vanno messe in conto manifestazioni di protesta. Forse anche clamorose. Non sono d’accordo.
Chi mi conosce sa che non sono iscritto al partito della cementificazione, in particolare quella selvaggia. Anzi ho sempre avuto un’anima ambientalista.
Nel caso specifico non si può dire che l’opera sarà ad impatto zero. Soprattutto grande attenzione dovrà essere fatta nella progettazione del tratto ferrarese della Romea bis. Però ritengo che l’impatto ambientale sia un prezzo che si potrà pagare non tanto allo sviluppo economico, ma alla sicurezza. La Mestre-Orte sarà infinitamente più sicura rispetto al tratto attuale e con enormi vantaggi anche dal punto di vista degli scarichi e quindi della qualità dell’aria. Lo stesso discorso vale per l’Emilia bis. La creazione di quell’arteria scaricherebbe tutto il traffico pesante e di attraversamento che adesso rende invivibile il tratto di Emilia fra Cesena e il Ronco. E’ pericoloso per ciclisti e motociclisti e gli scarichi, a causa dei continui stop and go, rendono l’aria piena di inquinanti.

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.