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Politici, chi si assumerà la responsabilità del Sistema Romagna?

Passare dalla politica al politico. Vale a dire mettere da parte una prassi orientata alla “via di mezzo”, al “c’è sempre qualcosa per tutti”. E, viceversa, provare di pensare la realtà in modo inedito e radicale, che vada alla radice delle cose.
E’ il monito che ha lanciato Ernesto Galli della Loggia dal Corriere della Sera.

Ernesto Galli della Loggia in un editoriale sul Corriere della Sera ha chiesto ai politici di avere il coraggio di osare.

L’editorialista chiede ai politici di avere il coraggio di osare. Questo perché serve una svolta radicale al momento che viviamo che è di grande difficoltà a causa della mancata crescita e del fatto che il lavoro sta cessando di avere il valore coesivo tra individui e strati sociali. Il riferimento è all’Europa. Ma l’analisi diventa ancora più critica quando si parla dell’Italia. E l’editorialista di Rcs vede questi fenomeni aggravati “dalla congenita inconsistenza, non solo organizzativa, del nostro Stato”. E ritiene che “la disintegrazione ormai fisica della penisola a cui assistiamo in queste ore appare quasi il segno di una metafora e insieme di un presagio”.
Della Loggia ha ragione da vendere. Servono politici non solo che sappiamo cose si dovrebbe fare, ma anche che riescano a farlo. Che non si impantanino nella trattativa politica. Che non siano bloccati dal partitismo. Però attenzione. Siamo di fronte ad uno strumento da maneggiare con cura. La politica deve essere riformata, e anche in modo profondo, ma deve continuare ad esistere. E’ la base della democrazia. Senza di quella ci si affiderebbe al pensiero unico con tutti gli annessi e connessi che ne derivano.
Il politico/amministratore decisionista però è quello che mi piace. Per quanto mi riguarda preferisco il rischio dell’errore all’immobilismo. Il discorso vale per tutti i livelli, ma mi piace concentrarmi sui sindaci. Devono essere più ambiziosi. La colpa, spesso, è anche delle opposizioni e degli organi intermedi che non li stimolano a sufficienza e loro rischiano di cullarsi. Sta di fatto che il dibattito continua ad essere sterile. Ci si concentra sempre sugli stessi temi: parcheggi, tasse, lavori pubblici. Per carità, tutti argomenti interessanti e di stretta attualità, ma senza una visione di prospettiva. La stragrande maggioranza di essi potrebbero e dovrebbero essere trattati da un assessore.
Mentre il compito principale di un sindaco è quello di dare una visione di prospettiva. Dire dove ci vuole portare. Ad esempio, sulla necessità del numero delle scuole dell’infanzia si potrà discutere finché si vuole, ma prima si deve sapere se si apriranno ai privati o no. Se il comune si limiterà a fare le regole o se li gestirà direttamente.
In questo momento, credo, che l’argomento all’ordine del giorno dovrebbe essere il “sistema Romagna”. Ormai i confini comunali sono troppo stretti. Serve ragionare in termine di area vasta in modo organico. Quando Giovanni Bissoni, allora assessore regionale, la immaginò per la sanità venne visto come un extraterrestre. Ma aveva ragione, accidenti quanta ne aveva. Tracciò una strada che adesso tutti devono percorrere in parecchi settori. E in fretta, magari rinunciando ad una fetta di sovranità. E’ quella la direzione in cui i sindaci devono portarci. E per farlo devono prendere spunto da quello che dice Ernesto Galli della Loggia: passare dalla politica al politico.

Davide Buratti

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