Giovedì 11 dicembre, alle ore 20.45
Salone Comunale – Palazzo del Comune, piazza Saffi, 8, Forlì
con il patrocinio del Comune di Forlì verrà presentato il libro:
“Storia di Forlì. Dalla preistoria all’anno Duemila”
di Sergio Spada, Marco Viroli, Mario Proli
oltre agli autori interverranno:
– Davide Drei, sindaco di Forlì
– Luca Panzavolta, amministratore delegato di CIA e vicepresidente di Legacoop Romagna
– Marzio Casalini, editore del Ponte Vecchio
“Livia. Si chiamava Livia, quando qualcuno decise che il nome del gruppo di villaggi che si stringevano intorno ai rami del grande fiume e che da poco avevano avuto la dignità romana di qualificarsi come forum avrebbe tratto qualche guadagno dall’accostamento al nome di una nobile gens romana, un nome maschile ad evocare gesta virili e memorabili. Ma la storia a volte si fa beffe dell’orgoglio degli uomini e così Forum Livi subì le contrazioni fonetiche tipiche del latino più tardo, insinuandosi nelle epoche di mezzo come Forolivio, Forlivio, Forli’, con un apostrofo a compensare la caduta delle ultime lettere, a sua volta nel tempo trasformatosi in un accento un po’ impertinente, fastidioso quel tanto da venir rifiutato dal web, da dover essere più volte ripetuto agli ospiti di lingua straniera.
Livia, come nome, era molto più bello. Ma noi l’amiamo lo stesso e non ne proviamo imbarazzo: l’orgoglio, quello vero, i Forlivesi hanno saputo dimostrarlo secolo dopo secolo, nei grandi fuochi che arsero durante le guerre civili romane, durante il lungo conflitto tra guelfi e ghibellini, durante le epoche della fiera opposizione contro un potere lontano, brace sotto la cenere gettata a piene mani dai governi pontifici, pronta a riprendere vigore al nuovo vento della Rivoluzione Francese, del Risorgimento, delle lotte per il lavoro e l’emancipazione. Eppure la storia dei Forlivesi, grazie al cielo, non è solo storia di eroismi e di guerre; è storia di uomini e donne eminenti nelle arti, nella scienza, nel progresso tecnologico, negli orizzonti del pensiero. Schivi, forse, all’apparenza timidi e chiusi, ma pronti ad aprirsi come chi è consapevole di non essere il frutto di una etnia, ma di avere nel sangue la ricchezza di tante razze ed etnie mescolatesi nel corso di una vita di millenni, plasmata sul ruolo di crocevia, di nodo attraversato dalle grandi direttrici della storia”.
(dalla quarta di copertina di “Storia di Forlì. Dalla preistoria all’anno Duemila”)
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