LA RICORRENZA DI GENNAIO di Marco Viroli e Gabriele Zelli
Il 1° gennaio 1895 nasceva a Forlì Gianna Manoni
Nella sua lunga esistenza la Manoni profuse gran parte delle energia e del suo spirito instancabile in molteplici attività sociali, culturali e patriottiche. Allo scoppio della Prima Guerra mondiale aveva 20 anni. Spinta da un profondo “amor patrio”, si schierò per l’interventismo. Molti suoi coetanei la ebbero come “Madrina di guerra”. La Manoni prestò loro assistenza morale e materiale; li consolò e cercò di alleviare le loro sofferenze, intrattenendo una fitta corrispondenza con i giovani forlivesi al fronte. Sottraeva molte ore al riposo notturno per preparare personalmente scarpe, passamontagna, calze da destinare ai soldati che dovevano difendersi dal gelo e dal fango delle trincee, oltre che dal piombo dei cecchini nemici. In mezzo agli indumenti riponeva inoltre pacchetti di sigarette e medicinali, in particolare tubetti di chinino.
Nel 1930, a trentacinque anni prese il posto del padre Stefano nella conduzione dell’attività commerciale di famiglia e si dedicò da vera imprenditrice alla sua attività. Merita di essere ricordata dai forlivesi come una persona buona e generosa, una benefattrice che tanto ha dato di sé per alleviare le sofferenze del prossimo in difficoltà.
Grande appassionata di teatro e di lirica, l’avvenimento che la rese veramente popolare in città fu l’allestimento dell’operetta Fior di loto. Fu lei che pensò a tutto, coinvolgendo centinaia di persone fra attori, musicisti, comparse, scenografi, tecnici, oltre che decine di adolescenti. Fece tutto ciò con il solito spirito di abnegazione che la contraddistingueva e con un enorme impegno che assorbì ogni sua energia per un lungo periodo.
L’operetta debuttò il 5 aprile 1947 al teatro “Esperia”. Fu subito un grande successo, tanto da far registrare trentacinque repliche; la sua eco fu tale e tanta che dall’America giunse una richiesta di tournée della durata di tre mesi.
Giannina Manoni, Cavaliere al Merito della Repubblica, si spense a Forlì nel 1990. Ancora oggi la sua memoria è molto viva nei forlivesi che l’hanno conosciuta e apprezzata.
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