I numeri assoluti (aziende) tengono, ma a Cesena il commercio annaspa. L’impressione è che stia vivendo alla giornata. Il centro è caratterizzato dalla presenza del franchising, il mercato ambulante (oltre il 50 per cento degli operatori è straniero) punta sempre più su prodotti a basso prezzo, l’alimentare resta legato alle grandi catene distributive e i piccoli negozi che puntano sulla qualità faticano a ritagliarsi uno spazio.
Tutti problemi che negli anni sono stati affrontati solo parzialmente mentre le energie sono state utilizzate per dialogare (il più delle volte duellare) sul fronte dei parcheggi, tema di sicuro molto più popolare e più facile da affrontare.
Detto che buona parte delle difficoltà del commercio sono figlie della crisi economica e che le scelte che fanno i singoli imprenditori appartengono alla sfera personale, è chiaro che è necessario studiare una strategia finalizzata a portare le persone in centro. Servono degli eventi. Ma non iniziative spot. Vanno benissimo anche quelle, ma l’impressione è che serva qualcosa di meno importante, ma che prosegua nel tempo e quindi sia in grado di fidelizzare, di legare i cesenati al centro. È utopia pensare di poter tornare all’inizio degli anni Ottanta quando c’era la vasca. Non è invece fantascienza pensare di migliorare lo stato attuale.
Di idee ne sono state messe molte sul fuoco. Una è quella di sfruttare il fenomeno degli aperitivi che, fra l’altro, si consumano in un orario in cui la sosta è gratis. È una buona idea, ma è, colpevolmente, finita nel dimenticatoio.
Per avere successo servirebbe però qualcosa di identitario. Si potrebbe pensare ad un gemellaggio fra le attività del centro e le nostre produzioni, sia vinicole (consorzio dei produttori) che ortofrutticole. Ma potrebbero entrare in campo anche i panificatori che hanno dato vita al consorzio Forni Malatestiani. In tutti e tre i casi sono prodotti di ottimo livello che nelle mani di barman professionisti potrebbero garantire un’offerta interessante e accattivante. Una proposta che, unita ad altre, potrebbe contribuire ad un rilancio del centro.
Poi dovrebbero essere i commercianti a fare la loro parte, a partire dalla scelta di avere orari di apertura più consoni con le attuali esigenze dei consumatori.
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