Una bella idea. Il Comune di Cesena recupera Casa Bufalini (storico palazzo costruito a fianco della biblioteca Malatestiana) e punta a farlo diventare un “centro della creatività”. Lo spazio sarà un “incubatore” di idee destinato ad accompagnare i giovani nei loro primi passi per concretizzare progetti di impresa tanto validi da trasformare la produzione culturale in un vero e proprio mestiere.
In pratica il Comune di Cesena ha ripercorso la strada battuta con “Cesenalab”, incubatore imperniato sulle tecnologie informatiche.
Aldilà delle iniziative specifiche, quella degli incubatori mi sembra una strada intelligente per permettere ai giovani di realizzare quei progetti che hanno nel cassetto. Potranno farlo a costo zero e verificare, senza rischi patrimoniali, se hanno le gambe per correre.
È chiaro, la soluzione ideale sarebbe che i nostri ragazzi potessero trovare lavoro nelle imprese locali oppure che le banche finanzino le loro idee, ma senza chiedere l’ipoteca sulla casa dei familiari del giovane aspirante imprenditore.
Sì, lo so, è il libro dei sogni. Ed allora il rischio è vedere i nostri ragazzi partire ed andare a cercare fortuna da altre parti. Siccome senza lilleri non si lallera, era ed è necessario inventarsi qualcosa. E gli incubatori vanno in questa direzione. Sono spazi che l’amministrazione comunale mette, gratuitamente, a disposizione di giovani che vogliono sperimentare un’idea imprenditoriale. In un lasso di tempo congrua dovranno realizzarla e poi vedere se è in grado di reggere la sfida del mercato. A quel punto, in un caso o nell’altro, il rapporto con l’incubatore si interrompe.
Di certo non è e non sarà la panacea di tutti i mali, ma è un’ottima base di partenza. Se qualcuno ne avrà altre ancora meglio. L’importante è fare qualcosa per dare quella sferzata necessaria per un’inversione di tendenza.
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