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Detto questo, non si può sottacere quello che di buono sta facendo il governo. Una di queste è il prestito vitalizio, provvedimento ora diventato legge dello Stato che potrebbe aiutare alcuni anziani in difficoltà. Serve, però, a mio avviso, anche un supporto a livello locale.
Il prestito vitalizio è un mutuo al contrario: un prestito per gli over sessanta garantito dall’immobile, che si rimborsa solo dopo la morte del sottoscrittore. Non si perde il possesso e l’utilizzo della casa e gli eredi decidono se estinguere o mettere sul mercato l’abitazione.
Ci sono diverse formule. Il prestito può variare dal 15 al 50 per cento del valore dell’immobile. La quota è legata anche all’età dei contraenti. Ma per poter garantire una cifra più alta si deve agire anche a livello locale. Gli interessi, prevede la legge, potrebbero essere pagati alla fine del periodo, oppure anno per anno. È chiaro, in caso di pagamento annuale la cifra stanziata sarebbe molto più alta. Però chi fa questo tipo di operazione è, generalmente, in stato di necessità e quindi avrebbe delle difficoltà ag pagare le rate annuali. E qui entrerebbe in gioco l’ente locale. In collaborazione, eventualmente, con le fondazioni bancarie potrebbe fare due cose: sollecitare le banche per far applicare un tasso agevolato e istituire un fondo (Cesena, ad esempio, potrebbe essere suo 100 mila euro) per abbattere la quota di interessi. Insomma, una sorta di fondo per l’affitto. Una distribuzione da fare a chi è solo in stato di necessità e da regolare con l’Isee in salsa cesenate.
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