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«Cattolica è ancora la prima»

Cinquanta spiagge, una settantina di operatori e un primato storico: furono la prima cooperativa di bagnini a nascere più di cinquant’anni fa, sul finire dei mitici anni Sessanta. «Ma il futuro è incerto, a causa della direttiva Bolkestein che non riconosce la specificità del nostro turismo»

La Cooperativa Bagnini Cattolica ha superato il traguardo dei 50 anni e continua a mettere a segno i primati in spiaggia. I bagni che fanno parte sono stati i primi a installare le piscine per ampliare i servizi alla clientela balneare, a proporre l’animazione, e oggi a intercettare le possibilità concesse dal nuovo Piano spiaggia con accorpamenti di stabilimenti, piscine più ampie e una maggior vista sull’orizzonte. Il presidente della cooperativa è Roberto Baldassarri.
Presidente quando e perchè è nata la cooperativa?
«È stata la prima cooperativa a nascere in Romagna, alla fine degli anni ’60, da quando cioè la gestione delle spiagge è passata di mano dalle Aziende di soggiorno direttamente ai bagnini. La forma associativa della cooperativa allora portò ai soci maggiori vantaggi, e lo fa ancora tutt’ora. Inizialmente la concessione era in carica alla cooperativa che poi le girava ai singoli soci. Oggi invece ognuno ha la sua concessione e tutti i bagnini sono associati, mentre la cooperativa è diventata di servizi e non più di gestione».
Quanti bagni ne fanno parte?
«La cooperativa conta 50 spiagge: inizialmente erano oltre 100 bagni, ma per effetto degli accorpamenti il numero si è ridotto. Si sono uniti anche 9 bagni, come nel caso dei Delfini beach village o Altamarea e tanti altri che arrivano a coprire fino a 180 metri di frontemare. Tutt’ora comunque sono una settantina i bagnini associati alla nostra storica cooperativa».
Come vede il futuro delle concessione e quindi delle spiagge?
«Purtroppo ancora è molto incerto a causa della Bolkestein, siamo impazienti in attesa della legge quadro del Governo. Le nostre associazioni hanno fatto i propri passi per cercare di mantenere le nostre concessioni. A Cattolica sono oltre 100 famiglie che vivono con questo lavoro, devono poter continuare a farlo; qualcuno è lì da più di 100 anni. Auspichiamo che le coop abbiamo più ruolo per la Bolkestein, che siano previsti dei vantaggi per le forme cooperativistiche e per la tipicità romagnola. Finora il modello ha funzionato bene, tutto sulla costa è nato in funzione della spiaggia, occorre mantenerlo».
L’unica strada da seguire passa per gli investimenti?
«Noi ci crediamo molto e abbiamo messo in campo e stiamo mettendo in campo importanti investimenti. In spiaggia stiamo rivoluzionando tutto un’altra volta, dopo averlo fatto tra i primi 15 anni fa. In questo momento sono numerosi i bagnini che stanno rinnovando, sull’onda dell’entusiasmo considerati i risultati positivi degli ultimi anni.
Le prime piscine e i primi idromassaggi in spiaggia sono sorti a Cattolica; con tutta una serie di servizi rivolti soprattutto alla famiglie, giochi, animazione e mini club siamo partiti alla fine degli anni ’90, anticipando altre zone lungo la Riviera. All’epoca le piscine le avevano solo i grandi villaggi, noi le abbiamo portate sulle nostre spiagge. Questo è stato possibile grazie alle unioni tra bagnini.
Grandi stabilimenti con un’unica concessione sono in grado di offrire servizi diversificati e migliori. Le piscine che ora è possibile montare con il nuovo Piano spiaggia, possono arrivare anche fino a 100 metri quadrati, e ci permettono di alzare l’asticella della qualità dei servizi».
Una riqualificazione che porta in sé altri aspetti importanti?
«Al miglioramento della qualità dell’offerta dei servizi si aggiungono tutta una serie di migliorie che fanno la differenza. Ad esempio oltre al design innovativo degli interventi, si associa il fatto che si apre la visuale sul mare. Il Piano spiaggia prevede per i nuovi interventi una riduzione dei manufatti fino al 30 per cento; in realtà molti progetti in fase di realizzo prevedono un abbattimento delle cabine anche del 50 per cento rispetto a quello che c’era prima, aprendo la visuale sia dalle piscine che dalla passeggiata del lungomare».
La cooperativa si occupata anche del salvamento, per quale motivo?
«Da tanti anni la gestione del servizio di salvataggio è il fiore all’occhiello della cooperativa: i bagnini sono assunti dalla cooperativa, sono nostri dipendenti. Il servizio, che copre tutta la spiaggia di Cattolica, funziona molto bene, in quanto molta attenzione la mettiamo nella formazione professionale dei nostri ragazzi. Ci teniamo davvero molto a preparare sotto ogni punto di vista fisico e mentale i nostri bagnini, in modo che siano in grado di affrontare qualsiasi situazione. Il loro è un lavoro di grandissima responsabilità».

Matteo Bonetti

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