Una potenzialità non sfruttata. È la mancata sinergia fra Cesena e Forlimpopoli su “Cesena in fiera” e festa Artusiana. Non solo sono due facce della stessa medaglia, ma quest’anno si sovrappongono. Considerando, poi, che i presidenti di Casa Artusi sono cesenati (Paolo Lucchi prima e Giordano Conti ora), non è fantascienza ipotizzare non solo un dialogo, ma una collaborazione così stretta fino ad arrivare a promuoversi assieme proponendo un unici pacchetto.
Va da se che nessuna delle due fiere dovrebbe perdere qualsiasi forma di sovranità. Per la buona riuscita del progetto però servirebbero alcuni elementi. Innanzitutto la data. La sovrapposizione sarebbe un elemento fondamentale. Poi sarebbe necessaria una diversificazione. Nel limite del possibile bisognerebbe cercare di evitare doppioni nelle proposte. Poi la parola d’ordine dovrebbe essere “qualità”. Il resto verrebbe da se.
Del resto credo sia facile immaginare il gradimento che potrebbe avere in un certo tipo di turismo (è quello che spende) un pacchetto che ha come elemento distintivo le due fiere. Ma che ci unisce anche altri segmenti. Provò a citarne alcuni, alla rinfusa: Bertinoro, la Biblioteca Malatestiana, la pieve di Monte Sorbo e il mare. Si perché durante il giorno ci sarebbe anche la spiaggia. Le proposte poi potrebbero essere infinite. Insomma, in un modo o nell’altro, verrebbe coinvolta buona parte del territorio con benefici per tutti, risultato impossibile se ognuno guarda solo al proprio orticello. Per riuscirci servirebbe solo una cosa: fare sistema.
Siccome tutti, a parole, sono favorevoli, trovare un punto d’incontro non dovrebbe essere difficile.
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