Un buon momento per richiedere un mutuo
Da qualche anno a questa parte acquistare una casa è diventato più che conveniente non solo per i prezzi ribassati anche del 20-30% ma anche per la favorevole congiunzione dei tassi di interesse dei mutui che hanno toccato il minimo.
La corsa ai mutui come attesta anche il Corriere Economia è ricominciata a partire dal 2014, quando si sono palesati i primi timidi segnali di ripresa sia degli italiani che comprano e sia delle banche a concedere mutui. Le motivazioni si possono trovare dietro il crollo dei prezzi degli immobili, la crisi economica e quindi una riduzione dei tassi di interesse, l’avvento delle banche online e quindi un maggiore risparmio e convenienza nella tassazione. Infatti, un esempio di successo è la richiesta dei mutui tramite form online degli istituti bancari: tra i più consultati troviamo quelli di Hellobank e il servizio di richiesta del mutuo direttamente sul sito della banca con una vera e propria simulazione del mutuo online.
I dati incoraggianti
Sembra infatti ormai alle spalle quell’atteggiamento di chiusura e di estrema prudenza a concedere mutui sia alle famiglie che alle aziende, che aveva quasi del tutto paralizzato la compravendita immobiliare.
I numeri parlano chiaro anche confrontando i dati del Crif (la Centrale dei rischi) con quelli dell’ABI.
Secondo il Crif infatti le richieste di finanziamento nei primi 4 mesi del 2015 hanno toccato un incremento del 71,8% su base annua.
Richiedere tuttavia un mutuo o un finanziamento non significa che venga concesso automaticamente, ma anche in questo caso i dati sembrano essere incoraggianti.
Le concessioni fatte alle famiglie infatti secondo l’Abi sono state pari a 11,345 miliardi sempre nei primi 4 mesi dell’anno, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente il Sole 24 Ore aveva registrato un gettito di 7,309 miliardi.
Sempre secondo il Sole 24 Ore l’ impennata su base annua che si è registrata è stata del 55,2%, confermando un trend positivo rispetto agli anni scorsi.
Il percorso virtuoso dell’Emilia Romagna
Nonostante sia stata pesantemente colpita prima dalla crisi e poi dal terremoto, l’Emilia Romagna è in testa alle regioni italiane per la richiesta e la concessione di mutui, sia alle famiglie che alle imprese.
Dopo anni di crisi finalmente il Pil della regione segna un dato positivo, soprattutto in riferimento alle esportazioni di aziende medio grandi consolidate.
Il report diffuso sull’economia della regione è stato presentato in collaborazione con Unindustria Reggio Emilia e promossa dalla Banca d’Italia.
E’ tornata quindi la fiducia nelle famiglie che ricominciano a sperare in un miglioramento del ciclo economico ,senza spingersi però oltre il medio periodo.
I segnali che arrivano sono quelli non solo dell’aumento di richieste di mutui ma anche di percentuali di concessioni in aumento
Nel 2013 erano stati erogati 21,1 miliardi e nel 2014 si è arrivati a 21,4.
Rimane salda tuttavia la parte di risparmio che si trova nei depositi, anche in questo caso in rialzo e che è passata dai 10,5 miliardi del 2012 agli 11,8 del 2014.
Sono le esportazioni che sono cresciute del 4,3% rispetto allo scorso anno, risollevando dalla fase di recessione la regione.
Sono loro a rappresentare un valido stimolo verso una crescita che deve anche coinvolgere la domanda interna, che ancora stenta a riprendersi.
La situazione interna
Il commercio interno dell’Emilia Romagna è ancora penalizzato ma si vedono segnali anche qui positivi ma a macchia di leopardo.
E’ in peggioramento il settore edile, che rispecchia una tendenza nazionale, ma migliora quello manifatturiero e quello dell’automotive e del comparto meccanico.
L’occupazione e la concessione dei mutui
Si allontana anche lo spettro della disoccupazione scesa all’8,3%. L’occupazione infatti ha visto la crescita dello 0,4% nonché la riduzione delle ore di cassa integrazione.
Sono anche aumentati i mutui concessi alle famiglie per l’acquisto della casa ed è stato anche dato credito alle imprese che si sono dimostrate più solide.
Oggi i tassi dei mutui si sono attestati al 1,5% per quello variabile e al 2,53% per quello fisso.
Significa che nel primo caso per un mutuo di 100 mila euro pagabili in 20 anni, la rata mensile ammonterà a 480 euro mentre in 30 anni scenderà a 343 euro.
Nel secondo caso invece sarà rispettivamente di 523 e 387 euro. Queste previsioni si basano sul parametro dell’Euribor per il tasso variabile e sull’indicizzazione dell’Eurirs per quello fisso.
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