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IL 10 LUGLIO 1936 MORIVA A PIEVEQUINTA GIUSEPPE GAUDENZI di Marco Viroli e Gabriele Zelli

IL 10 LUGLIO 1936 MORIVA A PIEVEQUINTA GIUSEPPE GAUDENZI
di Marco Viroli e Gabriele Zelli

Giuseppe Gaudenzi, giornalista, sindaco di Forlì e deputato, fu una delle figure più importanti del movimento repubblicano in Italia.

Nato nel 1872 a Terra Del Sole, che allora faceva ancora parte del territorio della Toscana, compì i propri studi a Firenze ed esordì in politica giovanissimo. Nel 1889 prese parte alla nascita della Società Operaia Repubblicana “Aurelio Saffi” di San Varano. Fu lui, durante l’inaugurazione del nuovo sodalizio, a pronunciare il discorso ufficiale destando notevole impressione proprio su colui che quarant’anni prima era stato triumviro della Repubblica Romana. Da allora Gaudenzi bruciò le tappe di un cammino che in breve lo portò ai vertici del repubblicanesimo locale e nazionale.

Nel 1890 fu tra i promotori del giornale «La Romagna» che trattava argomenti connessi ai problemi del partito, dell’amministrazione comunale di Forlì e delle lotte sindacali.

Il 30 aprile 1894 divenne presidente del Circolo Giuseppe Mazzini di Forlì, che contava allora oltre 600 soci e il 24 giugno 1895 fondò il giornale «Il Pensiero Romagnolo» che diresse sino alla soppressione decretata dal regime fascista.

Nel settembre dello stesso anno la Prefettura di Forlì emise decreto di scioglimento della Consociazione Repubblicana Romagnola, di cui Gaudenzi era segretario, accusata di sovvertire l’ordine sociale. Come reazione a questo provvedimento, sempre nel 1895, fu tra i principali fondatori del Partito Repubblicano Italiano, di cui, appena ventiquattrenne, fu designato segretario politico. In tale ruolo si schierò contro le due correnti che minavano il partito, da un lato quella “progressista” che, seguendo le orme di Alessandro Fortis, cancellava la pregiudiziale antimonarchica, dall’altro quella “collettivista” o “sociale”.

All’inizio del XX secolo, Gaudenzi, oratore appassionato e caro alle folle, seppe raccogliere e incanalare la rabbia degli operai e dei contadini sempre più poveri che chiedevano un posto nella vita sociale. Organizzò le Leghe, istituì cooperative e, nel 1903, creò la Camera del Lavoro che tenne egli stesso a battesimo presso il Circolo Mazzini di Forlì.

L’anno successivo venne eletto deputato. In questa veste sferrò feroci attacchi contro la monarchia, bollò le violenze della polizia, sostenne le ragioni dei bisognosi, spinti sempre più ai margini della società. Coerente e risoluto, alla rielezione del 1909 alla Camera dei Deputati, invece di giurare fedeltà al re, dichiarò “fedeltà alla Patria e al Popolo”.

Nelle consultazioni del 1913 nel collegio di Forlì Gaudenzi riuscì a battere un giovane rampante socialista di nome Benito Mussolini.

Allo scoppio della Grande Guerra, in una Forlì divisa fra interventisti e neutralisti importante fu la sua azione come consigliere comunale e sindaco. Fu quello forse il periodo più tormentato della vita politica di Gaudenzi il quale, di fronte alle posizioni interventiste del suo partito, ebbe dubbi e perplessità che causarono diatribe e contrasti interni.

Quando, il 24 maggio 1915, l’Italia entrò in guerra, la Giunta comunale di Forlì e il pro-sindaco Giuseppe Gaudenzi lanciarono un appello alla popolazione: “Oggi compaiono i partiti e le classi e sorge imperioso il dovere di compiere ogni sforzo per lenire le dolorose conseguenze della guerra”.

Dal 1919 non fu più deputato ma venne rieletto sindaco di Forlì, carica che ricoprì fino al 30 ottobre 1922, giorno in cui i fascisti gli imposero di presentare le dimissioni insieme a quelle dell’intera Giunta.

Dopo l’omicidio Matteotti fino al maggio del 1925, fu a capo del PRI ad interim, continuando a farsi carico della linea politica contraria al regime anche mentre si trovava al confino in Svizzera.

A seguito del consolidamento della dittatura e soprattutto delle leggi eccezionali del novembre 1926, Gaudenzi, esule in patria, si ritirò a vita privata. Morì il 10 luglio 1936 nel suo podere di Pievequinta.

CON IL NASO ALL’INSÙ

 

Su piazzale della Vittoria si trova la principale porta d’accesso al Parco della Resistenza. All’entrata del parco si trova il busto di Giuseppe Gaudenzi, sulla cui base è incisa l’iscrizione:

1872 – 1936 / GIUSEPPE GAUDENZI / PUBBLICISTA E TRIBUNO / SINDACO E DEPUTATO DI FORLÍ / INDOMITO ASSERTORE / DELL’IDEA REPUBBLICANA / PER LA DIFESA DEGLI UMILI / E PER IL TRIONFO / DI UNA GIUSTIZIA SOCIALE / I REPUBBLICANI POSERO / 31 VII 1949

 

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