Circa 80 docenti universitari e studiosi provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento in città per discutere sui temi della contabilità sociale, ambientale e di genere, presentando i propri working papers e avviando un confronto e una discussione, al fine di approfondire proposte di ricerca e aspetti metodologici sul tema. I lavori presentati provengono per il 44% da paesi europei, 21% dall’Africa, 21% dall’Oceania, 4% dall’ Asia, 4% dall’ America, oltre un ulteriore 6% di elaborati frutto di competenze in rete di docenti di più continenti.
“In un contesto europeo fortemente indirizzato verso la tutela ambientale e verso programmi di uguaglianza di genere – spiegano gli organizzatori dell’evento, Federica Farneti, Benedetta Siboni, Daniela Sangiorgi e James Guthrie – la nostra conferenza ha posto l’attenzione sulla responsabilità d’impresa in termini di diritti umani, gestioni sostenibili, impatto ambientale delle attività produttive e tutela delle differenze di genere, in un’ottica non solo di uguaglianza fra uomini e donne, ma anche di esaltazione delle qualità femminili. Insomma non si tratta affatto di promuovere la logica del “vogliamoci bene”, ma di valorizzare talenti, che, in certi casi, possono essere anche la “molla” per favorire il rilancio, specie in questo periodo di crisi, e contribuire alla costruzione di uno spazio europeo a favore dell’eccellenza e della crescita, come indicato in una Comunicazione pubblicata nel 2012 dalla Commissione Europea”.
“Il concetto di gender accounting – spiega Tullia Gallina Toschi, presidente del Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Bologna, presente all’evento – è molto sentito all’interno del nostro Ateneo, che è impegnato, anche tramite il Comitato che presiedo, a promuovere piani di bilancio di genere estesi a tutte le discipline e valutazioni di sostenibilità. Un non noto, cattivo o statico bilancio di genere, è l’indicatore di uno spreco di talenti femminili, che enti che perseguono l’eccellenza dovrebbero assolutamente evitare. La mission dell’Università è quella di promuovere ricerca ed alta formazione per incidere positivamente sulla società: in questo contesto le politiche di genere unite ai concetti di responsabilità sociale e ambientale sono valori primari per generare effetti benefici sulle generazioni future”.
L’evento non si è limitato ad un confronto fra specialisti, ma ha prodotto un interessante ricaduta sul territorio e sulle imprese, testimoniata anche dalla partnership con Unindustria e Camera di Commercio che hanno patrocinato la manifestazione: in più molti lavori, presentati nel corso del meeting, hanno preso in esame esperienze imprenditoriali reali. In generale si è ribadito anche lo stretto legame fra mondo della ricerca e tessuto delle imprese; un contatto continuo, che si concretizza anche tramite tirocini curriculari e post laurea, molto apprezzati sia dagli studenti che dalle aziende.
Al termine delle due giornate di lavori Wendy Knox (in rappresentanza della casa editrice Emerald) ha premiato due lavori presentati nel corso della conferenza: il riconoscimento best paper award è andato a Asheer Ram, Warren Maroun, Robert Garnett (University of the Witwatersrand, Johannesburg, South Africa) sul tema “Accounting for the Bitcoin: An Initial Perspective”, mentre l’highly commended paper award a Giovanna Galizzi (Università di Bergamo) e Benedetta Siboni (Università di Bologna, Campus di Forlì), sul tema “Positive Action Plans in Italian Universities: does Gender really Matters?”
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