Piero Maroncelli nacque a Forlì il 21 settembre 1795. Musicista e scrittore, figura simbolo dell’eroe risorgimentale romantico, fragile e tenace, appassionato e colto, Maroncelli si affiliò giovanissimo alla Carboneria. Studiò letteratura e musica a Napoli, dove venne espulso dagli studi a causa della sua appartenenza alla massoneria. Riprese gli studi musicali a Bologna dove fu compagno di Mercadante, Bellini e Donizetti.
Nella città natale subì il primo arresto nel 1817 e, condannato, scontò circa dieci mesi di detenzione. Si trasferì poi a Milano dove diede lezioni di musica presso gli editori Ricordi e Bettoni e frequentò il gruppo letterario della rivista «Il Conciliatore». Fu proprio nella città meneghina che, nel 1820, subì l’arresto che lo portò alla condanna a morte, commutata in vent’anni di “carcere duro” nella fortezza dello Spielberg a Brno, nell’attuale Repubblica Ceca. Parte della notorietà postuma di Maroncelli gli viene dall’essere stato compagno di prigionia allo Spielberg di Silvio Pellico, il quale, nel suo celebre libro Le mie prigioni, descrisse il drammatico episodio dell’amputazione della gamba del patriota forlivese, resasi necessaria a causa dell’insorgenza di un tumore al ginocchio.
Graziato nel 1830, scrisse le “Addizioni alle mie Prigioni”, aggiunta al libro di Pellico che gli procurarono una certa notorietà.
Successivamente insieme alla moglie, la cantante lirica Amalia Schneider, si trasferì prima a Parigi, quindi, nel 1833 a New York. Per mantenersi nella città americana mise a frutto gli studi letterari e musicali compiuti in Italia, trovando nel contempo la forza per dedicarsi alla diffusione delle teorie socialiste utopistiche di Charles Fourier. Sofferente fino all’ultimo per i dolori causatigli dalla ferita mai rimarginata della gamba amputata, Maroncelli si spense a New York il 1° agosto 1846.
I suoi resti mortali furono trasferiti a Forlì nel 1886. In quell’occasione si tennero solenni celebrazioni che culminarono nella tumulazione del patriota all’interno del Pantheon del Cimitero Monumentale cittadino.
CON IL NASO ALL’INSÙ
Al numero 44 di via Piero Marconcelli a Forlì, una lapide segnala quella che fu la casa natale del grande patriota forlivese che ha dato nome alla via stessa. L’edificio, già di proprietà della famiglia Maroncelli, subì radicali modifiche agli inizi del ‘900. L’epigrafe posta sulla facciata fu scoperta dall’allora sindaco Gaetano Ghinassi, nell’ambito delle onoranze rese a Maroncelli il 12 agosto 1886:
PIETRO MARONCELLI / CON L’OPERA GLI SCRITTI / L’ESILIO E LO SPIELBERG / SERVÌ AL RISORGIMENTO DE LA PATRIA / ONORANDO LA CITTÀ NATALE / E QUESTA SUA CASA. / IL MUNICIPIO / P.
Questo post è stato letto 561 volte