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Il 5 dicembre 1771 a Padova moriva Giovanni Battista Morgagni il “principe degli anatomisti”

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(da “Storia di Forlì. Dalla preistoria all’anno Duemila” di Mario Proli, Sergio Spada, Marco Viroli, «Il Ponte Vecchio», Cesena, 2014)

Per lungo tempo a Forlì, come nel resto d’Italia, imperversarono certe figure di praticoni e di guaritrici, spesso accusati dalla Chiesa di magia, che vivevano ai margini dell’ufficialità, pur essendo molto conosciuti dal popolo che li riconosceva come punto di riferimento per le più disparate problematiche: dalle faccende di cuore al malocchio e ovviamente anche alla salute. Le antiche credenze popolari continuavano a essere connesse a elementi naturali e non bastavano i numerosi interventi vescovili a frenare pratiche poco ortodosse e non compatibili con la dottrina e la morale cattolica. Ma i lumi della ragione stavano sorgendo e con essi stavano nascendo uomini nuovi che avrebbero rivoluzionato il pensiero e il modo di vedere il mondo.

Uno di questi fu certamente Giovanni Battista Morgagni, nato a Forlì il 25 febbraio 1682 da una ricca e nobile famiglia. All’età di sette anni restò orfano di padre, pertanto la madre dovette sostenere enormi sacrifici per conservare e gestire il patrimonio di famiglia, al fine di assicurare studi di primo livello all’unico figlio. Il giovane non deluse le aspettative, evidenziando grande predisposizione e interesse verso filosofia, botanica, scienze e medicina. Morgagni compì gli studi universitari a Bologna, allievo di Antonio Maria Valsalva, grande discepolo di Marcello Malpighi.

Nel 1707 fu costretto a lasciare la città felsinea e a trasferirsi a Venezia, attratto non solo dalla libertà che la Repubblica della Serenissima offriva ai suoi insegnanti, ma anche dalla disponibilità di libri rari che avrebbe potuto facilmente consultare. Nel 1709 Morgagni esercitò poi a Forlì come medico pratico e nel 1714 ottenne la cattedra di Medicina e Anatomia all’Università di Padova.

Nel 1761 pubblicò il suo massimo contributo alla medicina, De sedibus et causis morborum per ana-tomen indagatis, in cui stabiliva la correlazione tra osservazione anatomica e pratica clinica, spostando l’accento dallo studio della natura della patologia a quello della sua sede. Lo studioso forlivese aveva intuito che le malattie modificano gli organi del corpo umano, lasciando una traccia ben precisa. Fondò così l’Anatomia patologica e si dedicò allo studio dell’evoluzione anatomica degli organi del malato. Nella sua attività di ricerca usò sistematicamente il metodo sperimentale, a cui fecero riferimento successivamente i suoi allievi che lo diffusero in tutto il mondo scientifico. Oltre che uomo di scienza fu abilissimo e ricercatore clinico medico. Personalità eclettica e di vasta cultura umanistica, scienziato geniale e moderno, Giovanni Battista Morgagni fu anche latinista, archeologo, botanico e storico. Morì a Padova il 5 dicembre 1771.

CON IL NASO ALL’INSÙ
Il monumento a Giovanni Battista Morgagni

(tratto da “Forlì. Guida alla città” di Marco Viroli e Gabriele Zelli, Diogene Books, Forlì 2012)

A Forlì, in piazza Morgagni, di fronte al Collegio dei Padri della Missione, oggi sede degli uffici della Provincia di Forlì-Cesena, si trova il monumento a Giovanni Battista Morgagni, opera dello scultore livornese Salvino Salvini, donata nel 1875 alla città dal medico Camillo Versari. La statua, in marmo bianco di Carrara, raffigura il grande scienziato in piedi, mentre regge un teschio nella mano sinistra e un bisturi nella destra. L’opera del Salvini fu collocata su un basamento rivestito di marmo, realizzato dallo scultore forlivese Apollodoro Santarelli. Nel 1929 venne trasferita in piazza dal cortile del Collegio dei Padri della Missione, dopo esser stata restaurata su progetto dell’architetto-scultore Roberto De Cupis, il quale disegnò anche la monumentale cancellata in ferro, realizzata dalla ditta Lombardi di Forlì, e i relativi fittoni che, per un certo periodo, la protessero. La cancellata fu successivamente fusa a scopi bellici mentre i fittoni finirono sotto il portico d’ingresso del Duomo dove tuttora si trovano. Dopo i lavori di sistemazione dell’area e del monumento, l’inaugurazione della nuova piazza Morgagni si tenne il 24 maggio 1931.

Alcuni anni fa il monumento è stato di nuovo oggetto di un’accurata azione di risanamento, eseguita a spese del Rotary Club cittadino, sotto il coordinamento dell’architetto Roberto Pistolesi. Nel 1989 era stato un altro club service, il Lions Club Forlì Host, a farsi carico di un analogo intervento.

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