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Il Presepe degli steccati

Tutta questa faccenda del presepe sta assumendo toni surreali per non dire grotteschi. Politici di Forza Italia, Fratelli d’Italia e della Lega Nord in particolare stanno, in questo scorcio d’anno, brandendo la Natività come un vessillo di identità culturale nazionale da sbandierare contro presunti “invasori culturali”, in particolare islamici. Il tutto con il mantra “se a loro non va bene il presepe, se ne tornino a casa loro”.  Con quel loro ovviamente riferendosi appunto ai musulmani, i quali si dà per scontato siano stranieri. E questo naturalmente porta alla prima banalissima considerazione: moltissimi musulmani sono italiani, o perché lo sono diventati, o perché sono nati in Italia, poco importa. E sarebbe bello se anche Salvini e compagnia se ne facessero definitivamente una ragione. Cattolico non è sinonimo di italiano. E, sorpresa sorpresa, non solo perché ci sono italiani musulmani, ma anche buddisti, ebrei e chissà forse anche panteisti, ma anche perché ci sono persone atee, agnostiche. E perché, ancora più incredibile per questi signori che vogliono ergersi a paladini di un’identità che non esiste da secoli, ammesso sia mai esistita, ci sono persone credenti, cattoliche, praticanti che ritengono giusto evitare di sottolineare le connotazioni religiose in luoghi come le scuole pubbliche e in generale le istituzioni che devono promuovere inclusione, dialogo e soprattutto garantire la laicità. Già, quell’oggetto misconosciuto e che invece molto più del presepe potrebbe delineare i tratti della nostra “identità”, una  parola che implica rispetto per le fedi ma anche per coloro che una fede non ce l’hanno. Si può fare, si sta già facendo in tante scuole, senza rinnegare nulla, senza cancellare nulla, senza, soprattutto, creare steccati che peraltro, en passant, si potrebbe dire che hanno davvero poco a che fare con lo spirito del Natale, che sia quello di Gesù Bambino o sia quello dei fantasmi di Charles Dickens.

di Federica Angelini

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