Stile e glamour, ma anche sport e servizi all’avanguardia per i turisti, con uno sguardo al mondo “sempre connesso” di chi vuole il wi-fi gratuito anche sul lettino. E sulla Bolkestein la richiesta alle istituzioni di volare alto: «Sbagliato ridurre il tema a una questione che riguarda solo le imprese balneari»
Ha raggiunto il 50esimo anno dalla fondazione la Cooperativa Bagnini Cervia. Oggi conta 200 soci, ed è presieduta da Danilo Piraccini.
Com’è la situazione delle spiagge a Cervia?
Cervia è fra le località balneari più importanti e frequentate d’Italia. Mantenere un tale posizionamento rappresenta una responsabilità per tutti. Le scelte decise dagli amministratori pubblici degli anni ’60 e ’70 furono davvero rivoluzionarie per quei tempi, fu la genesi del turismo balneare moderno. Già in quegli anni si posero le basi di temi fondamentali come la tutela dell’ambiente, l’affermazione del glamour, la vocazione sportiva: sono stati fattori determinanti per il posizionamento delle nostre spiagge tra le migliori proposte turistiche europee. Oggi abbiamo anche una spiaggia che eccelle per la sicurezza, per la tutela dei turisti che hanno esigenze particolari, per garantire le migliori performance come il wi-fi gratuito lungo tutta la costa. Siamo stati i primi quattro anni fa ad avere questa intuizione e oggi è l’elemento che ha più appeal, determinante per la scelta da parte del pubblico di qualsiasi struttura turistica.
Rispetto ad altre spiaggia la differenza è evidente?
Una località che ambisce a mantenere posizionamenti turistici di vertice ha necessità di poter contare su servizi di spiaggia che siano riconoscibili e soprattutto riconosciuti dagli ospiti. Un servizio all’avanguardia su una spiaggia di qualità come quella di Cervia è, ad esempio, il progetto “Un bagnino per amico” che mette a disposizione al turista disabile un fisioterapista per vivere appieno la spiaggia e il mare.
Sul fronte dei servizi?
Nella stagione appena conclusa la Cooperativa Bagnini ha commissionato uno studio per calcolare la web reputation delle spiagge di Cervia sul web e abbiamo ottenuto risultati inaspettati. Gli ingegneri hanno calcolato il “sentiment” delle spiagge che si attesta al 93% e che supera quello turistico nazionale (intorno al 78%) di 15 punti. I punti di forza? Pulizia e servizi di alta qualità. Il nostro impegno consiste nel saper interpretare i cambiamenti e offrire risposte rapide e di qualità a un sistema alberghiero che deve affrontare mercati difficili e molto concorrenziali. Le proposte particolarmente innovative che caratterizzano la nostra cooperativa contribuiscono a rafforzare l’idea di una località più accogliente, più dinamica, e sempre più sicura.
Qual è secondo lei il futuro delle spiagge?
Chi si occupa di sociologia e di fenomeni turistici ci segnala da tempo quanto è come sono cambiate le “modalità d’uso” delle spiagge. È il cliente che decide come e dove trascorrere le vacanze. Opporre resistenze in tal senso significa soprattutto ridurre le motivazioni di scelta e frequentazione di una città che ha nello sviluppo dell’economia turistica l’unica opportunità di produrre e distribuire ricchezza.
E sulla Bolkestein?
Vediamo cosa succede con la prima udienza dibattimentale in Corte di giustizia europea in merito alla validità della proroga delle concessioni balneari italiane al 2020. In questi anni abbiamo letto e ascoltato proposte non sempre “sincere” e talvolta pure bizzarre. Circoscrivere la questione Bolkestein alle sole imprese balneari è un errore perdonabile solo a chi si occupa non professionalmente di turismo e di sistemi d’impresa complessi. Il tema non è tutelare le imprese balneari ma bensì garantire a un distretto turistico avanzato una competitività di mercato che ti obbliga a soluzioni di complementarietà.
E in questo senso abbiamo proposte da offrire.
Quello delle concessioni non è l’unico aspetto da sistemare in spiaggia?
Assolutamente. Occorre innanzitutto che la spiaggia resti tale. I danni procurati da erosione e subsidenza sono enormi. Le manutenzioni che incidono sul ripascimento sono purtroppo a carattere straordinario. Unire gli sforzi e le energie fra Paesi costieri del Mediterraneo potrebbe consentire di sviluppare una progettualità con ripartizione di costi fissi, tali da consentire interventi più rapidi con riduzione notevoli di danni all’ambiente e ai patrimoni immobiliari sia pubblici che privati.
a cura di Emer Sani
dal n.12/2015 della Romagna Cooperativa
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