“Credo che sia facile – afferma Margara – individuare la meta di quanto mi aspetta nei prossimi anni: abbiamo il compito di costruire il Campus a Cesena. Non si tratta solamente di una questione di muri, tutt’altro: avere a disposizione una sede unitaria significa offrire indubbi vantaggi agli studenti e di fatto migliorare la nostra offerta formativa: oggi siamo disseminati sul territorio cesenate e paghiamo, chi più chi meno, questa logistica non certamente felice”.
Le prospettive sono tutto sommato positive, vista la convergenza fra gli attori in campo: a breve (entro il mese di febbraio) dovrebbero partire nell’area ex-zuccherificio i lavori del 1° lotto, dove sono previste le sedi di Ingegneria e Architettura, mentre è stata da poco ultimata la progettazione del 2° lotto che ospiterà Psicologia e Scienze dell’Informazione, proprio a fianco dello Studentato, che sarà realizzato con un finanziamento previsto dalla legge 338 (del 13 novembre 2000): su questi due ulteriori “pezzi del Campus” a breve saranno pubblicati i bandi per la definizione delle imprese costruttrici.
“Dovessi fare un salto in avanti di tre anni – continua Margara – fino alla scadenza del mio mandato, se le costruzioni non fossero ad uno stadio avanzato, è evidente che avrei mancato l’obiettivo cruciale del triennio. E’ un’eventualità, però, a cui non voglio neppure pensare: sono molto fiducioso e ci sono tutti gli elementi per poter offrire in tempi ragionevoli alla città di Cesena un Campus moderno e funzionale, in grado di produrre effetti benefici a servizio di tutto il territorio”.
Altra questione non secondaria riguarda il rapporto fra i Campus romagnoli e gli Enti di sostegno (nel caso di Cesena con Ser.In.Ar.) in merito alle competenze e all’effettivo sostegno di tali organismi al decentramento universitario.
“Ser.In.Ar. – ribadisce Margara – è un valore aggiunto importante alle nostre attività e non solo per quello che ha rappresentato in passato: certo è che, senza l’apporto di tale organismo, oggi l’Università in Romagna non avrebbe raggiunto i livelli d’eccellenza conseguiti. Ser.In.Ar non solo va mantenuta in vita per il ruolo di anello di congiunzione fra formazione e tessuto delle imprese, ma anche per la funzione di attuatore di progetti di qualità e di collettore di risorse che provengono dal territorio: credo che questo sia anche il pensiero del nuovo Rettore. Per un’offerta universitaria di qualità serve un’integrazione di risorse a fianco di quelle disponibili in Ateneo: Ser.In.Ar è lo strumento per mettere a frutto tali mezzi e che permette, in sinergia con i Campus, una ricaduta di tali investimenti sul territorio in termini di qualità formativa e processi culturali, che rappresentano un beneficio non solo per i giovani universitari, ma per l’intera comunità”.
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