LA RICORRENZA DI LUGLIO di Marco Viroli e Gabriele Zelli
Il 30 luglio 1955 moriva a Senigallia il centauro forlivese Mario Preta
“Gnafin”, così era soprannominato uno dei più brillanti centauri italiani del dopoguerra, nacque a Pescara il 3 maggio 1925. Quando aveva appena due anni Mario con la famiglia si trasferì a Forlì, dove i Preta presero alloggio in una casa nella zona di Bussecchio. Due anni dopo, nel 1929, traslocarono in Corso Diaz, allora vitalissima arteria del centro storico della città. Da quel momento in poi ogni fase della breve ma intensa vita di Mario Preta fu strettamente legata a Borgo Ravaldino.
Elettricista di mestiere, affidò la sua irrefrenabile passione per le due ruote alla Vespa, un mezzo che, in quegli anni, stava cambiando l’Italia e il modo di vivere e di muoversi degli italiani. Proprio a bordo di una Vespa 125 cc., nel 1952, Preta iniziò a correre, partecipando alla Coppa dell’Appennino, una competizione in cui si classificò primo nella “1.000 km. Audax”, mentre nel circuito Città di Forlì si piazzò al quarto posto.
Nel 1953 alla guida di un Benelli 125 Leoncino, prese parte al Giro d’Italia e ad altre gare, vincendo nei circuiti cittadini di Rimini, Lugo di Romagna e Cesena. Nello stesso anno, al termine del campionato italiano, per la prima volta si mise alla prova iscrivendosi alla leggendaria “Milano Taranto”. Al termine della competizione si classificò all’undicesimo posto.
Nel 1954, prese parte alla stagione agonistica conducendo il Benelli 125cc. Dopo aver corso alcune gare con scarsi risultati, partecipò di nuovo al Giro d’Italia, ottenendo un eccellente secondo piazzamento in terza categoria, nonché il nono posto in classifica generale.
Seguito da Pietro Spazzoli, il meccanico e concessionario forlivese della Moto Morini che aveva l’officina in via Giorgio Regnoli, il 2 maggio, nel circuito di Lugo di Romagna esordì a bordo del Settebello 175cc., classificandosi quarto. In questa nuova categoria vinse poi sul circuito di Reggio Emilia e su quello di Servigliano.
Nello stesso anno trionfò nella “Milano Taranto” su Benelli 125cc. Partecipò poi a tutte le altre gare alla guida della Moto Morini Settebello 175, vincendo a Cingoli e Grosseto e classificandosi primo in terza categoria nel giro della Toscana.
La classe e il talento di Mario Preta si manifestarono in tutta la loro limpidezza quando il reparto corse della Moto Morini gli affidò ufficialmente la Rebello 175cc. Con questa moto il pilota forlivese d’adozione si classificò secondo a Tortona, vinse a Imola, a Gallarate e a Camerino, giunse secondo a Grosseto e primo nel circuito del Mugello di 19,300 km. Ottenne poi una strepitosa prestazione nella “Milano Taranto”, nella categoria 175cc., che portò a termine alla straordinaria media di 115,265 Km/h. In questa competizione, Preta corse in progressione, passando sesto a Forlì, quarto ad Ancona, terzo a Roma, per poi giungere vittorioso al traguardo di Taranto. In classifica generale gli stette davanti solo Bruno Francisi alla guida della quattro cilindri Gilera 500 cc. da Gran Premio.
Nel 1955, dopo diversi podi e la vittoria della Bolzano-Mendola, Preta conquistò anche il titolo del campionato Italiano della montagna, ultimo successo prima del tragico incidente che a Senigallia segnò la sua prematura scomparsa.
La mattina del 30 luglio 1955, nel circuito cittadino marchigiano, mentre stava provando la sua “Morini 175 cc. Rebello”, all’uscita di una curva, Preta sbandò prima a forte velocità a causa di una pozzanghera, strisciò poi contro un muro e finì col schiantarsi contro un albero. Preta giunse in all’ospedale in coma irreversibile e cessò di vivere alle 11.45.
Il giorno seguente in corso della Repubblica a Forlì, presso la sede del Club del Motore, la camera ardente con i resti del grande centauro divenne meta di migliaia di cittadini commossi che vollero porgere l’ultimo saluto all’amato campione.
I funerali solenni vennero celebrati lunedì primo agosto alle 17.30 dal parroco di Ravaldino monsignor Sergio Scaccini. Il carro funebre sfilò per le vie della città accompagnato dai piloti delle più importanti scuderie italiane. Da corso Diaz il corteo mosse lentamente fino a raggiungere il cimitero di Bussecchio, dove Preta venne sepolto. Per tutto il tragitto un aereo volteggiò nel cielo, spargendo sulla folla petali di fiori.
Il merito di aver rinverdito i fasti del grande “Gnafin”, va attribuito a Luciano Sansovini (detto “Righetto”), presidente dell’associazione culturale “Otello Buscherini” che, a maggio 2016, ha inaugurato la nuova sede di via Caprera 1. Qui sono esposti anche tutti i trofei vinti da Mario Preta, donati a Sansovini da Edvige Preta, sorella di Mario, e dal marito Giuliano Montanari.
Nel 2007, assieme a Gilberto Giorgetti e Pasquale Spadola, entrambi scomparsi, Luciano Sansovini ha pubblicato il libro “Mario Preta un campione in punta di piedi”.
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