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All’odio sui social bisogna rispondere

Articolo apparso come editoriale del n.7-8/2016 della Romagna Cooperativa

La diffusione dei social network e l’innalzamento del livello di scontro politico han portato, purtroppo, a una deriva molto pericolosa. Falsità, menzogne, insulti scurrili e persino minacce di violenza fisica si susseguono su Facebook in un’opera di disinformazione e propaganda di cui la prima vittima è la verita dei fatti. L’origine è quasi sempre, per la nostra ormai troppo lunga esperienza di queste cose, la speculazione politica di basso livello.


Di fronte al dilagare del “discorso d’odio” i cooperatori si sono a lungo interrogati su quale sia il miglior modo per intervenire. I principi a cui si ispira Legacoop sono quelli dell’articolo 21 della Costituzione. Tutti hanno il diritto di criticare, anche aspramente, e di esprimere liberamente il proprio pensiero. Per formazione personale vado anche oltre: le offese e gli insulti, fino a un certo limite, vanno tollerati, specialmente quando esprimono uno stato d’animo di difficoltà umana, economica o morale. In un primo momento, rispetto a questo tipo di attacchi, abbiamo cercato di interloquire, riportando alla razionalità e alla verità dei fatti. Il dubbio è che si tratti di un tentativo ingenuo, se non dannoso. Purtroppo chi sui social network cerca sfogo alla propria frustrazione, talvolta infantile, non vuole ascoltare, né discutere.

Un conto è quando le violazioni della reputazione vengono da un privato cittadino, un conto è quando arrivano da protagonisti della vita pubblica, che hanno ricoperto cariche istituzionali. Un conto sono le critiche politiche a un progetto, un conto sono l’insinuazione e l’offesa personale.
Da diversi anni aspettiamo il fantomatico “libro bianco” più volte annunciato da un ex consigliere di Cesena. A esso risponderemo argomentando, non appena avrà la bontà di volerlo dare alle stampe.  Sarebbe anche ora.

Nel frattempo sul suo profilo abbiamo raccolto commenti di questo tenore (poi rimossi, per un moto di vergogna?) rivolti a due cooperatori stimati da tutti. Persone di successo, che hanno fatto tanto per la loro comunità, creando lavoro e ricchezza: «Scusa chi sono quelle due facce da [omissis] sopra, sopratutto quella in alto? Se hai bisogno di una mano per infilargli un palo nel [omissis] ti faccio il piacere a gratis».

Altro che voci libere messe a tacere dalle querele: non censuriamo del tutto questo genere di dibattito, per una volta, solo perché è necessario stigmatizzarlo. Di una cosa vogliamo assicurare tutti: se le cooperative non taceranno più, e risponderanno alle offese con tutti i mezzi che la legge e la civiltà giuridica consentono, questo giornale sarà dalla loro parte.

AGGIORNAMENTO DEL 2/8/2016 h.12.18

In questo post trovate le risposte ai commenti accuratamente selezionati per voi

AGGIORNAMENTO DEL 3/8/2016 h.11.50

In questo post la seconda parte del dibattito su uso dei social network e propaganda politica

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