Bingo. Con l’inaugurazione della Città del Gusto del Gambero Rosso la fiera di Cesena ha fatto l’ulteriore passo in avanti non solo nella riqualificazione, ma anche nel completamento del percorso che la potrà portare ad essere la fiera di medie dimensioni più importante e strutturata della Regione. Merito del presidente Renzo Piraccini che ha scommesso sulla rivoluzione: via il Macfrut (a Rimini) e con gli utili rilancio della fiera.
In questo senso l’apertura della Citta del Gusto è un importante tassello. Ma non solo per la struttura fieristica, ma per tutta la città. Ha ragione Lorenzo Tersi, componente del Cda della fiera che ha gestito la partita della partnership col Gambero Rosso, quando dice che “la presenza del Gambero Rosso a Cesena con una Città del Gusto rappresenta un valore aggiunto per il territorio dal punto di vista culturale. Ma anche in termini di crescita professionale per tutto il mondo dell’ospitalità del food e del wine”.
In effetti Cesena è ad un bivio. Ha la possibilità di fare il salto di qualità definitivo come polo del turismo legato all’enogastronomia e alla cultura.
Gli elementi cominciano ad esserci tutti.Dal punto di vista enogastronomico sono molti. A partire dal Festival del Cibo di Strada, gioiellino che si è ulteriormente impreziosito col trasferimento in piazza del Popolo. Altro fiore all’occhiello è la piadina. A questo tandem si unisce la Città del Gusto per creare un triciclo che ha come alleati una discreta produzione vinicola, la frutta e un’offerta enogastronomica che ha punte di eccellenza, ma, che anche nella proposta media sta qualitativamente crescendo.
Dal punto di vista culturale e monumentale Cesena ha poco o niente da invidiare a città della sua dimensione. Le bellezze sono molte. A partire dalla Malatestiana e da piazza del Popolo.
C’è poi l’aspetto storico. Anche da questo punto di vista Cesena non si fa mancare niente. C’è la centuriazione, la disputa sul vero Rubicone, ma soprattutto due episodi che troppo spesso finiscono nel dimenticatoio: la strage dei bretoni e la battaglia del Monte. Poi ci sarebbe un personaggio che dovrebbe essere valorizzato molto di più: Violante Malatesta.
Qualcosa si potrebbe ancora fare, come una fiera gastronomica come di deve. Ma già adesso gli elementi per un’offerta interessante ci sarebbero già. C’è anche il “fil rouge”. Mancano solo due cose. Innanzitutto la messa a regime e, di conseguenza, una regia unica. Poi la volontà di investire partendo dal presupposto che una proposta interessante dovrebbe comprendere anche un accordo con comuni del Circondario, confinanti o limitrofi.
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