L’attuale Bufalini è destinato ad essere demolito per far posto ad un mega parco. Questa, perlomeno, è l’idea del Comune.
Dunque, il nuovo ospedale di Cesena è in dirittura d’arrivo. La delibera urbanistica verrà portata in Consiglio comunale il 26 gennaio. Poi l’opera avrà di fronte un’autostrada. Il nuovo ospedale nascerà a Villa Chiaviche, in un’area di ventidue ettari di proprietà dell’azienda sanitaria. Corre lungo la via Santaga’. La spesa prevista oscilla attorno ai duecento milioni di euro.
Dopo il via libera del Consiglio comunale l’amministrazione avrà di fronte un foglio bianco che dovrà essere riempito con una progettazione che tenga conto anche e soprattutto del parere dei sanitari.
Per l’attuale struttura invece è previsto un doppio binario.
La piastra diventerà la casa della salute, soluzione molto importante. Ospiterà tutti i servizi sanitari distribuiti sul territorio. Ma avrà anche un ruolo “operativo” ancora però da disegnare. La sanità del futuro passa da una diminuzione dell’ospedalizzazione. Resta da capire se tutto il day hospital resterà nella nuova, oppure qualcosa sarà spostato nella piastra dove, comunque, troveranno posto anche dei medici di base. Non tutti, però. I presidi sul territorio vanno mantenuti. La piastra però potrebbe garantire quella presenza dei medici di base per almeno dodici ore al giorno e per sette giorni alla settimana. Una sorta di alternativa al Pronto soccorso che così potrebbe finalmente essere sgravato dai codici bianchi e da buona parte dei gialli. Insomma, la causa principale delle attese.
L’attuale Bufalini invece è destinato ad essere demolito per far posto ad un mega parco. Questa, perlomeno, è l’idea del Comune. Un’ipotesi che però non convince del tutto. Va premesso che l’idea del parco è buona. Fra l’altro potrebbe alla creazione di un importante polmone verde che sarebbe la prosecuzione di Rio Marano/Case Finali e, sarebbe l’anello di collegamento con la via Celincordia. Insomma, buona parte del territorio che fu teatro della storica battaglia del Monte. C’è però un patrimonio immobiliare che non può essere smantellato.
Non sono un cementificatore. Chi mi conosce lo sa. Sono però anche abbastanza realista. E questo mi fa ritenere che bisogna pensarci bene prima di rinunciare a quel patrimonio immobiliare. È chiaro che va escluso qualsiasi tipo di speculazione. Però quell’area, o parte di essa, potrebbe prestarsi a tantissime soluzioni. L’edilizia sociale è la prima che viene in mente. Ma si può pensare anche a scuole di ogni ordine e grado, oppure a spazi sociali e gli anziani. Sì potrebbe addirittura ipotizzare la nuova sede del Comune. Sarebbe di certo più facilmente raggiungibile rispetto a palazzo Albornoz che, a sua volta, potrebbe diventare il museo della città.
Insomma, le soluzioni potrebbero essere tantissime. Non vorremmo, invece, che la volontà di creare una mega area verde sia quasi uno spot. Per evitare che qualche altra forza politica (5Stelle in particolare) accusino la giunta di cementificazione. Quella del consumo zero del territorio è una politica giusta. Ma, come sempre, vanno evitati gli integralismi.
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