In molti dell'opposizione lo considerano il profilo ideale per contrastare il Pd. E lui ha intensificato l'impegno
Stefano Bernacci studia da candidato sindaco di Cesena. Al di là delle smentite, immancabili, ma di maniera, che arriveranno, sono molti gli elementi che portano a ritenere che il direttore di Confartigianato di Cesena stia lavorando per capire se potrà essere il più serio concorrente del candidato del Pd.
In città tutti sono concordi nel riconoscere un particolare attivismo da parte di Bernacci. È vero che intessere o consolidare relazioni politiche fa parte del suo lavoro. Ma è altresi e quasi unanimemente riconosciuto che quello attuale, sotto questo fronte, è forse il momento di più intenso lavoro. Il caso più eclatante, ma forse non l’apice, è stata la visita del Di Maio 5Stelle. Anche questo potrebbe essere inserito nel novero dei normali e doverosi rapporti istituzionali. Però è quanto meno strano che l’esponente di spicco dei grillini, persona molto attenta ai rapporti istituzionali, una volta in città faccia la sua uscita ufficiale solo a Confartigianato.
Un altro tassello (Andreotti, che di solito ci prendeva, diceva che due indizi fanno una prova) è il comportamento dell’opposizione. Aldilà del fatto che è tornata barricadera, Marco Casali nuovo capogruppo di “Libera Cesena” e profondo cultore dell’Aventino, non nasconde che si sta cercando un volto spendibile sul quale far confluire (al primo o al secondo turno) tutti i voti dell’opposizione.
Casali non ha fatto il nome di Bernacci, ma l’identikit che sta facendo calza a pennello con il direttore di Confartigianato. A meno che non si voglia finire sui soliti Corrado Augusto Patrignani e Giorgio Lugaresi, nomi sempreverdi, ma fino ad un certo punto. Difficile, invece, che un altro imprenditore di spicco scenda in campo. Inoltre, va detto, Bernacci sarebbe un candidato coi fiocchi e potrebbe anche avere delle possibilità di vincere.
Il numero uno di Confartigianato non è nuovo alla politica. È cresciuto nella Dc, faceva parte della sinistra. Poi è sempre stato abbastanza vicino al centro sinistra, soprattutto per vicinanza al suo amico Massimo Bulbi, ex presidente della Provincia e attuale sindaco di Roncofreddo. Di fatto però non è mai stato organico con Il Pd anche e perché guida un’associazione di categoria che guarda ad una parte politica avversa a quella che guida il Comune. Non a caso Italo Macori, predecessore di Bernacci, è stato candidato del centro destra e avversario di Paolo Lucchi. Il direttore di Confartigianato è una persona intelligente, ama leggere, forse esagera con le citazioni, non è populista anzi, è un uomo di governo. In passato fu in predicato di fare l’assessore allo Sviluppo Economico nella giunta Preger. Era già tutto deciso. Non a caso aveva accettato di fare le foto di rito, ma tutto saltò per l’opposizione della Cna. Fu sostituito da Gino Benito Mordenti, altro Dc.
È chiaro che se decidesse di provare questa esperienza l’ufficialità sarebbe rimandata. Alle elezioni amministrative mancano circa due anni e mezzo. Per un candidato è troppo presto per scendere in campo. Sì brucerebbe. Quindi dovrebbe continuare a lavorare sotto traccia ancora per diverso tempo. Nel caso l’operazione andasse in porto resta da capire di quale schieramento essere il candidato.
In politica fare previsioni su cosa succederà fra due anni e mezzo è sempre difficile. Lo è ancora di più in uno scenario come quello attuale. Il ragionamento però parte da un presupposto: far confluire al secondo turno i voti dell’opposizione su un candidato. Lo dice Casali, che ritiene anche che fra trenta mesi non ci saranno problemi per un’alleanza più o meno organica coi Cinque Stelle. La collocazione ideale di Bernacci sarebbe in una coalizione di centro destra. Ma in questo momento, se ci dovesse essere un ballottaggio, a sfidare il candidato del Pd sarebbe un grillino. Ed allora sarebbe logico che Stefano Bernacci fosse un candidato a 5Stelle. Chissà se ne avrà parlato con Di Maio? Fino a qualche tempo fa poteva essere vista come una forte contraddizione. Ma ormai i grillini stanno avendo una completa trasformazione. L’ultima giravolta in Europa è l’ennesima dimostrazione.
In tutto questo l’unico comportamento che non torna è quello di Libera Cesena. L’impressione è che si stia schiacciando troppo in una posizione oltranzista che è più adatta alla Lega o ai 5Stelle che, nonostante le loro svolte ultra governative, vengono ancora visti come il partito o il movimento della protesta. L’impressione è che nel gruppo anti Pd si faccia di tutto per scavalcarsi a destra roschiando di perdere il contatto con l’elettore moderato. Una volta era il più corteggiato. Adesso moderatismo sembra essere diventata una brutta parola. Per qualcuno sarà così. Ma dietro quel sostantivo c’è una buona fetta di elettorato. Persone che apprezzano una lotta politica fatta di determinazione, ma soprattutto di contenuti.
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