Intervista a Giuliano Zignani, segretario regionale Uil. Suggerisce un'area vasta romagnola e una emiliana per riequilibrarsi con la città metropolitana di Bologna. È molto preoccupato anche per le crisi bancarie
Dire che è preoccupato è poco. Da qualunque parte la giri, Giuliano Zignani, segretario regionale della Uil, non riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno. Le difficoltà del sistema del resto sono sotto gli occhi di tutti. E le prospettive non è che siano migliori. Secondo la Cgia di Mestre solo nel 2025 torneremo ai livelli precisi. Ma nel frattempo avremo perso più di quindici anni di crescita. Inoltre I segnali non sono buoni: i livelli di crescita del passato c’è li possiamo scordare. Ammesso e non concesso che non arrivi la tempesta perfetta: nell’economia 4.0 protagonisti saranno i robot con una conseguente perdita di posti di lavoro. Una situazione che però nessuno, industria compresa, non si può permettere. I robot non spendono, mentre chi potrebbe farlo non avrebbe i soldi. E ci sarebbe un inevitabile crollo dei consumi. Ancora però se ne parla poco o niente. Zignani ne è consapevole ed è preoccupato. Chiede che il tema non sia sottovalutato e venga affrontato in fretta per non correre il rischio di dover rincorrere. L’esperienza gli ha insegnato che prevenire è meglio che curare.
Quello che invece è da curare è il fenomeno dei voucher. Dire che è esploso è poco. Lo dimostrano i dati che Zignani ha elaborato. Nel 2016 in Emilia Romagna ne sono stati usati poco più di 18 milioni (18.170.994) contro i 62.972 del 2008, anno della sua introduzione. L’Emilia Romagna è la terza regione italiana per utilizzo. In provincia di Forlì Cesena ne sono stati usati quasi un milione e 700 mila (1.689.902), è la ventottesima in Italia per utilizzo. Indubbiamente sono numeri impietosi. Ma lo è ancora di più l’analisi di Zignani. “Sento parlare di ripresa lavorativa. Ma dove? Dall’inizio della crisi in regione abbiamo perso 37 mila posti di lavoro e adesso c’è l’uso abnorme dei voucher che sono un colpo mortale al buon lavoro. Inoltre ci sono cose che non mi convincono”.
Cosa?
“Tra gli acquistati e gli utilizzati c’è uno scarto che mi porta a dire che c’è del lavoro nero”.
Zignani indica commercio, turismo e edilizia come i settori più interessati dal fenomeno. L’agricoltura, al contrario di quello che si potrebbe pensare, è interessata in modo marginale.
Voi chiedete l’eliminazione dei voucher?
“No. Possono esistere, ma bisogna tornare agli albori. Alla legge Biagi. I voucher devono essere utilizzati in momenti straordinari e per particolari tipologie di lavoratori. Penso agli studenti e ai pensionati che devono lavorare per integrare la pensione”.
Poi ribadisce quello che per lui sta diventando un mantra “questa non è buona occupazione come non lo è quella legata a ‘Garanzia giovani’, fenomeno assolutamente da fermare”. E per farlo si appella anche a Stefano Bonacini. Non solo come presidente della Regione, ma come presidente della conferenza Stato Regioni.
Il segretario regionale della Uil suggerisce una scossa per cercare di accelerare una ripresa che non riesce a decollare. Lamenta l’assenza di investimenti, quindi chiede di fare una profonda riflessione. Ritiene sia fondamentale farla anche per dare una risposta ai giovani che sono i più colpiti. “Questa – dice Zignani – è una sfida che il governo Renzi ha perso. Adesso bisogna cambiare le regole del gioco attraverso la concertazione per rimediare ai guasti”.
Zignani è sempre stato sensibile al tema locale. E non si fa pregare per toccare l’argomento. Lui ha una visione romagnola. Gli piace ragionare su un bacino di area vasta. Non a caso fu lui a lanciare l’idea dell’azienda sanitaria unica. Adesso fa un appello ai sindaci romagnoli. “Devono sedersi al tavolo per progettare il futuro di area vasta Romagna. E’ fondamentale. Il discorso vale anche per l’Emilia. Entrambi i territori si devono strutturare se vogliono contrapporsi alla città metropolitana di Bologna ed avere una crescita regionale omogenea. Andare in ordine sparso non porta a niente”.
Altro tema che lo preoccupa è quello delle banche. Molti sono i fascicoli sul suo tavolo. Una delle emergenze è Cari Ferrara dove, tra l’altro, ci sono più di trecento posti di lavoro a rischio. Ma Zignani è molto preoccupato anche per quello che è successo a Cesena e non è del tutto tranquillo per il futuro. Sulle crisi bancarie di Cesena Zignani è critico con Paolo Lucchi, sindaco di Cesena. Non condivide i silenzi sia per Brc che per la Cassa di Risparmio. “È stato un silenzio assordante. Io non credo che sindaci come Tonino Manuzzi o Gigi Lucchi sarebbero stati in silenzio. Li avremmo visti in prima fila”.
Questo post è stato letto 181 volte