I partiti devono essere di lotta e di governo. Anche la maggioranza deve fare continuamente i banchetti. I 5Stelle si battono così e con una proposta politica forte. Sbagliato rincorrerli o scimiottarli
Interessante editoriale di Antonio Polito sul Corriere della Sera. La firma (una delle più autorevoli) del Corrierone analizza la situazione della politica nazionale. Ma la sua analisi e le sue considerazioni potrebbero essere tranquillamente declinate anche a livello locale.
Secondo Polito competenza e credibilità, da virtù che erano, oggi fanno perdere le elezioni. Questo perché in vaste sezioni della società occidentale, la crisi, i cambiamenti sociali, la scomparsa del lavoro, hanno prodotto disperazione. E contro la disperazione non c’è niente da fare. Chi è all’ultima spiaggia si aggrappa a quello che rimane. Di chi c’è stato fino ad ora non si fida più. Al punto tale che – sostiene Polito – forse si spiega così perché questi movimenti non soffrono oltremodo la pubblicità negativa né le inchieste giudiziarie. Quindi se ne dovrebbe dedurre che per togliere voti ai Cinque Stelle non serve a molto parlarne male, metterli in cattiva luce; ma sarebbe più utile presentare un’offerta politica alternativa del tutto nuova e migliore. E invece questo è oggi il problema più serio dei partiti cosiddetti moderati.
Polito ha perfettamente ragione. E a seguire i suoi consigli dovrebbero essere sia i politici nazionali che quelli locali. Invece in molti scimmiottano i Cinque Stelle senza tenere in considerazione che la copia non potrà mai avere il successo è la presa dell’originale.
Invece la strada da seguire è quella indicata da Polito: presentare un’offerta politica alternativa. Per la verità non sono del tutto d’accordo con l’editorialista. Sì a presentare un’offerta politica che però non deve essere necessariamente alternativa. Certe idee possono essere simili, ma non copiate. E, badate bene, c’è un’enorme differenza, che nasce essenzialmente da un fatto: tendenzialmente i 5Stelle sono integralisti in quanto, per conquistare il consenso, alzano continuamente l’asticella. Per poi, come ha fatto Chiara Appendino, sindaco di Torino, una volta al governo, diventare più realisti del re e fare la politica dei piccoli passi in continuità con quella precedente.
È quindi nei contenuti che gli altri partiti devono emergere. Ma per farlo devono ripartire da zero. Dal rapporto con la base. In fin dei conti il vero problema è proprio questo. Non si deve andare nelle periferie pochi giorni prima del voto come ha fatto Fassino a Torino. Ci si deve andare sempre. Per tutto l’arco della legislatura. Ho sempre detto che la politica deve essere di lotta e di governo. La minoranza oltre a lottare col coltello tra i denti deve essere propositiva. La maggioranza, invece, oltre a governare deve stare fra la gente. Ma non tenere aperte le porte delle sedi o delle sezioni, ma andare nelle piazze. Fare i banchetti e metterci la faccia. Anche quando è freddo. È probabile che prendano delle offese, ma di sicuro avranno anche più voti.
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