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Una politica di lotta e di governo

Beppe Grillo e Virginia Raggi fanno i furbi, ma è solo opportunismo. Un esempio: la scelta del tracciato della Gronda/Bretella di Cesena

Virginia Raggi, sindaco di Roma, va in piazza e si schiera a fianco dei tassisti che contestano il governo. Più o meno nello stesso momento Beppe Grillo dice che Roma non è poi così brutta, ma che servirebbero più soldi. Quindi batte cassa col governo. C’è chi mi ha fatto notare che questo significa essere di lotta e di governo, uno dei miei mantra quando parlo di politica.
No, non è così. Il comportamento del due Raggi/Grillo al limite può essere catalogato come buona comunicazione. Per la verità il comportamento di Virginia Raggi è populismo allo stato puro. Ma se avesse raggiunto l’obiettivo si potrebbe definire buona comunicazione.
Essere di lotta e di governo per me è tutta un’altra cosa. È una scelta che non ha niente a che vedere con l’ipocrisia e, soprattutto, l’opportunismo. Due atteggiamenti che abiura, ma che sono sempre più consueti in politica e nella società civile. Un calciatore (soprattutto un centrocampista) per eccellere deve essere bravo in tutte e due la fasi (offensiva e difensiva), allo stesso modo un politico deve saper essere di lotta e di governo. Sta poi a lui e alla sua sensibilità capire quando scegliere la direzione da prendere.
È chiaro che la maggioranza è di governo. Ma dove sta scritto che non possa assumere atteggiamenti di protesta. Quando ci vuole, ci vuole. Se c’è bisogno di alzare la voce bisogna farlo. Va da sé che eventuali strali non possono essere indirizzati contro il proprio sindaco. In quel caso ci sono luoghi (il gruppo consiliare) per cercare di dirimere eventuali divergenze. Invece succede spesso che quando c’è qualcosa che non va bene con altri organi della pubblica amministrazione ci si limita all’ordine del giorno, scelta politicamente corretta, ma che, spesso, lascia il tempo che trova. Non guasterebbero proteste un po’ più forti anche se nel mirino dovesse finire un governo della stessa parte politica.
Nello stesso tempo le opposizioni non devono solo protestare. È vero che è il loro compito principale. Ma è anche vero che dire solo no è più facile. È un po’ più difficile dirlo motivato, ovvero presentando un progetto alternativo. Questo non vuol dire che la protesta debba essere fatta sottovoce. Anzi tutti i toni e i modi sono giustificati, purché non si superi il limite del buonsenso. Però bisogna sapere che c’è anche il momento della progettualità.
Un esempio: la gronda/bretella. A Cesena della realizzazione di un collegamento fra il casello autostradale di Villa Chiaviche e la zona Stadio si parlava da tempo. Il tema fu ripreso all’inizio del Duemila dall’allora assessore Marino Montesi. Il tracciato non fu disegnato nel chiuso di una stanza. Anzi, può essere considerato la madre della scelte bipartisan. Tutto fu deciso mentre c’era un Consiglio comunale e doveva essere discussa la variante del Prg.

Marino Montesi, assessore ai Lavori pubblici, e Guido Pistocchi, consigliere dell’allora Margherita, presero la cartina di Cesena e cominciarono a tracciare il percorso. Si pensava che le opposizioni gridassero al dilettantismo. Invece no. Molti consiglieri di centrodestra si unirono a Montesi e Pistocchi. Ne nacque una sorta di mini assemblea che “approvò” il tracciato che poi i tecnici avrebbero dovuto progettare. Poi, i consiglieri, tornarono a “litigare” su altri temi. La strada fu inaugurata nella primavera del 2014.

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