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Quando la scissione può essere utile

Giuseppe Zuccatelli ha lasciato il Pd, ma può diventare il pontiere fondamentale per ricucire con la sinistra radicale. Un passo molto importante in vista delle amministrative del 2019

Quando una scissione può essere utile. Non è un paradosso. È l’effetto di quello che potrebbe succedere dopo lo strappo nel gruppo consiliare del Pd di Cesena.  Se ne sono andati in due. Prima Giuseppe Zuccatelli, poi Leonardo Biguzzi. Quest’ultimo è il capogruppo del neonato gruppo “Articolo 1 Movimento Democratici e Progressisti”.

 

Biguzzi e Zuccatelli hanno però già annunciato che resteranno in maggioranza. Quindi per la giunta non cambia niente. Ma non è tutto. Sono andati oltre. Hanno detto che, in vista delle amministrative del 2019, lavoreranno per ricucire lo strappo fra Pd e sinistra radicale per presentarsi alle elezioni con una alleanza allargata e coesa.

 

Dopo ¾ di legislatura col vento in poppa, i rapporti si ruppero a causa delle primarie fra Paolo Lucchi e Elena Baredi. Una scelta sbagliata. Era nata per essere un’operazione promozionale. Ma, è chiaro, una competizione elettorale difficilmente riesce ad essere una semplice operazione di facciata. Così è stato e quasi subito il piede è scivolato dal pedale della frizione di entrambe i contendenti ed è successo di tutto. Al punto tale che i rapporti (non solo politici, ma anche personali) si sono incrinati fino al punto di non ritorno.

Adesso la situazione potrebbe migliorare grazie alla mediazione soprattutto di Giuseppe Zuccatelli. L’ex direttore generale dell’Ausl se ne è andato dal Pd per seguire il suo amico Bersani. Però a livello locale non ha nessuna intenzione di tagliare i ponti con il suo ex partito. Lui, inoltre, ha il carisma e la credibilità necessaria per essere ascoltato anche dagli esponenti della sinistra radicale. Ha già preso contatti con Elena Baredi e Riccardo Caporali. Il problema è che loro non sono più al volante di Sel. Ma, l’impressione, è che anche chi ha preso il loro posto possa dialogare con Zuccatelli. Così come potrebbero farlo gli esponenti di Rifondazione (Piergiorgio Poeta e Monica Domini in testa) che hanno sempre dimostrato di poter far parte di una sinistra di governo pur senza rinunciare ai propri valori.
Tutto al momento è in mano a Zuccatelli. È strano che a farsi carico di questo tentativo di riavvicinamento sia un ex migliorista. Ma ormai certi schemi sono abbondantemente superati. È anche chiaro che il tentativo di Zuccatelli potrà essere molto importante, ma non determinante. Il passo decisivo dovrà farlo il Pd e il futuro candidato a sindaco che dovrà accogliere alcune istanze provenienti dalla sinistra radicale che poi, in alcuni casi, sono simili a quelle avanzate dalla sinistra interna.

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