Priorità del prossimo mandato. Servono piste ciclabili, interventi nelle periferie e dissuasori contro la velocità
Le primarie del Pd non mi stanno entusiasmando. Per nulla. Non tanto perché c’è un vincitore annunciato, ma perché non vengono trattati a sufficienza temi che sento in modo particolare e che, ritengo, debbano essere tra i principali nell’agenda di una grande forza di sinistra. Mi riferisco al welfare (ne serve uno nuovo), all’industria 4.0 e ai lavori pubblici. Temi che, badate bene, sono più collegati di quanto di possa pensare.
Più lavori pubblici non è solo una ricetta keynesiana, potrebbe essere un antidoto ai problemi provocati dalla robotizzazione. Inoltre con più lavori pubblici ci sarebbe più ricchezza e, quindi, più soldi per il sociale.
La speranza è che con il passare del tempo il livello del dibattito si alzi. E, comunque, se non dovesse succedere, mi auguro che ciò possa avvenire per le primarie che si faranno a Cesena.
Un argomento molto interessante sarà sicuramente quello dei lavori pubblici. Io ritengo che in questo momento Cesena non abbia bisogno di particolari opere pubbliche, in particolare per quanto riguarda la viabilità. L’eventuale Emilia bis non sarebbe a carico del Comune. Quindi il prossimo potrebbe essere un mandato nel quale concentrarsi sulle manutenzioni. Scuole, strade, palazzi. Di lavoro da fare c’è ne sarebbe veramente tanto.
Per quanto riguarda le opere stradali la priorità dovrebbe essere data alle piste ciclabili. Non dimentichiamo che ciclisti e pedoni continuano ad essere gli utenti deboli. E di punti a rischio ce ne sono ancora molti. A partire dalla via Romea e dal tratto di via Emilia compreso fra Torre del Moro e il cimitero di Diegaro. Sempre in tema di sicurezza stradale bisognerebbe intervenire in molte strade periferiche, quelle cosiddette di campagna. Un esempio è quella che da Ponte Pietra arriva a Sala, sempre più percorsa.
Queste strade andrebbero allargate con la tombinatura. Quindi lavori non eccessivamente costosi. Nello stesso tempo però andrebbero messi in sicurezza gli incroci e poi tassativamente e in contemporanea bisognerebbe agire per ridurre la velocità. Perché il rischio sarebbe notevole. Strade più larghe inviterebbero ad andare più forte. E il dissuasore migliore è l’autovelox.
Più c’è ne sono è meglio è. Però comportano un investimento non indifferente. Un velox costa attorno ai ventimila euro. Molto più bassa è invece la spesa per i velo. Le colonnine arancioni. Solo qualcuna ha il velox vero e proprio. Ma la presenza è di per se stessa un deterrente. Con ventimila euro ne potrebbero essere acquistate almeno venticinque che sparsi sul territorio sarebbero una bella rete dissuasIva.
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