Molte le attività del centro che si stanno adeguando. I corsi sono sempre più frequentati. Comincia ad essere interessato anche l'alimentare. Sos Confartigianato: "Il problema sono le barriere di accesso"
Nei giorni scorsi sono stato criticato dopo aver scritto che il vero concorrente del centro è il commercio online e che il cuore della città è destinato ad essere occupato sempre più dai pubblici esercizi. Sempre che sia fatta una politica adeguata per aumentare sia i turisti che la frequentazione dei cesenati. Non pensavo di aver scritto delle fregnacce. Ma vista la reazione mi sono ritirato augurandomi di avere torto.
Invece i dati pubblicati due giorni fa da Confartigianato Cesena sembrano darmi ragione. Non è che la cosa mi faccia piacere. Anzi, preferirei che fosse l’esatto contrario. Però ritengo sbagliato negare l’evidenza. Che il futuro passa dall’online, anche nel commercio, ormai pare assodato. Del resto parla chiaro anche la nota di Confartigianato di Cesena. Tra l’altro scrive: “Quanto agli utilizzatori nel 2016 ammonta al 50,5 per cento la quota che ha effettuato ordini o acquisti di beni e servizi, con un aumento di 1,8 punti rispetto all’anno precedente”.
Tenendo presente che sono interessati i principali settori del commercio tradizionale, la domanda è: cosa fare?
È fuori di dubbio che ad avere meno problemi sono i negozi con un grado di fidelizzazione molto alta oppure quelli specializzati. A domani esempio chi propone capi di sartoria. È chiaro che un aiuto al negozio tradizionale arriva anche dalla capacità del venditore (commesso o proprietario) di dare quel valore aggiunto che nel web non ci sarà mai.
Però quella dell’E commerce è una realtà con la quale ci si deve fare conto è che avrà dimensioni sempre più importanti. E allora per non subirla bisogna gestirla calandosi nel nuovo ruolo. Non è facile, è vero. Però non è un caso se i corsi organizzati dalle associazioni di categoria sono sempre molto frequentati. E anche in centro cc a Cesena il fenomeno dell’E commerce è molto più che nicchia. Sono in molti i commercianti che lo hanno avviato. Qualcuno anche blasonato sta ottenendo risultati importanti. Addirittura c’è chi fa lo stesso fatturato che fa con la vendita tradizionale.
Qualcosa si sta muovendo anche nell’alimentare. Ha un discreto successo una start up che ha sede nel piano superiore del Foro Annonario e che si occupa di consegne a domicilio è che lavora in collaborazione soprattutto con l’Economy. È chiaro che, nel caso specifico, riguarda soprattutto prodotti confezionati. Per il fresco le persone, tendenzialmente, si muovono per conto proprio, anche perché, giustamente, vogliono vedere cosa acquistano.
Comunque quello dell’E commerce è un settore ancora molto da regolamentare e, come giustamente scrive Confartigianato, “il problema sono le barriere all’accesso alle vendite online”. Ed è chiaro che in una situazione ricca di criticità i colossi, essendo più organizzati, si muovono meglio. Ma siccome il futuro va in questa direzione bisogna muoversi per eliminare gli ostacoli.
Sono interventi che vanno fatti a livello nazionale, ma anche il Comune dovrebbe adeguarsi e strutturarsi per cercare di dare delle risposte.
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