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Banche piene di soldi, ma meno prestiti alle piccole imprese

Negli istituti di credito della Provincia depositati quasi dieci miliardi di euro, il 71,8 per cento dalle famiglie. Ma sono in calo i prestiti alle piccole imprese e in aumento alle grande. La politica non può far finta di niente

Abbiamo un problema: gli sportelli delle nostre banche sono piene di soldi, ma diminuiscono i prestiti alle piccole e piccolissime imprese.  Mentre aumentano alle grandi  aziende. dati di Banca d’Italia emerge che i depositi costituiscono uno dei principali canali della raccolta bancaria.

 

Nel 2016 negli istituti di credito della provincia di Forlì Cesena le somme depositate erano  9,9 miliardi di euro (quasi una finanziaria), più 5,3  per cento rispetto a dodici mesi prima.  È un aumento significativo, superiore a quello regionale (+3,9) e a quello nazionale (+1,6).

 

Questa enormità di soldi appartiene soprattutto alle famiglie che pesano per il 71,8 per cento. Rispetto all’anno precedente i depositi delle famiglie sono aumentati del 5,6 per cento. Anche in questo caso la crescita è molto più alta rispetto a quella regionale e nazionale. Lo abbiamo sempre saputo e questa è l’ennesima conferma: siamo delle formichine. Quindi, tutto bene, madama e la marchesa? Assolutamente no.

 

Il dato relativo ai crediti fa riflettere.  Nello stesso periodo preso in considerazione, in​ provincia ci sono stati 13,7 miliardi di euro in impieghi. La flessione è stata dell’1,7% (tre in regione e ,
0,9% in Italia). Il problema è che si tratta di una riduzione tutta legata ai prestiti alle imprese.

Sempre secondo i dati di Banca d’Italia, l’erogazione dei prestiti totali alle imprese private si è contratta del 2,6 per cento, mentre risulta in aumento il credito erogato alle famiglie consumatrici (+2,2).

 


La flessione degli impieghi vivi è maggiormente rilevante per quanto riguarda il tessuto produttivo (-5,4 per cento), contrazione più accentuata rispetto al dato regionale (-3,3) e nazionale (-1,9). Ma le cattive notizie non sono finite. Le imprese di piccola dimensione
(con meno di 20 addetti) in provincia risultano quelle più colpite dalla flessione dei prestiti (-7,1 per cento). Quindi, le più colpite sono la stragrande maggioranza delle nostre imprese.


Il ridimensionamento degli impieghi vivi al settore produttivo provinciale (imprese e famiglie
produttrici) ha riguardato il comparto delle costruzioni (-17,8 per cento) e quello dei sevizi (-6,5, il cui peso sul totale degli impieghi vivi alle imprese è pari al 52,3 per cento). La flessione degli impieghi nel settore delle costruzioni appare rilevante anche a livello regionale (-15,3 per cento) e nazionale (-12,7). Gli impieghi vivi del settore industriale provinciale sono,
invece, aumentati del 2,3% (+2,5% in regione e -1,0% in Italia), con un trend positivo dal dicembre 2015 e una media mobile a 12 mesi pari al più tre.

Insomma, da qualunque parti la si guardi ci sono dei limiti. È vero vero quello che si dice: la politica non è le banche sono due cose separate. Però credo sia altrettanto vero che sarebbe necessaria una riflessione. Purtroppo, invece, di queste cose non se ne parla. E questo, secondo me, è un grandissimo limite della politica.

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