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Il turismo sia culturale

iazza del Popolo di notte - CesenaPiazza del Popolo di notte - Archivio fotografico Albergo Cappello

La conferma arriva dalla ventunesima borsa del turismo delle cento Città d’arte. Dai dati elaborati emerge che la spesa dei turisti stranieri per le vacanze culturali o in città d’arte rappresenta il 36,7 per cento del totale della spesa delle vacanze in Italia, per un valore di tredici milioni di euro.

Turismo culturale: molto più che un’opportunità per le nostre città. Fino ad ora in Romagna il turismo è stato soprattutto sole, mare e spiaggia. È logico, è quello che nel periodo più caldo dell’anno riversa nella nostra Riviera un’infinità di turisti.
Più di una volta il territorio si è interroga su come poter sfruttare tutte quelle presenze. Non ci si è mai riusciti non per incapacità, ma perché, semplicemente, il turista che va in Riviera cerca il sole, il mare e la spiaggia. In passato, quando le  vacanze erano più lunghe, si poteva sperare di stimolare qualche sporadica puntata nell’entroterra. Ma adesso che il periodo vacanziero si è accorciato di speranze non ce ne sono più. Chi viene in vacanza in Riviera, quei pochi giorni li vuol fare un spiaggia.

L’entroterra però non è spiazzato. Ha un’altra forma di turismo da sfruttare, quello culturale. E non stiamo parlando di briciole. Ma di un vero e proprio tesoretto. La conferma arriva dalla ventunesima borsa del turismo delle cento Città d’arte. Dai dati elaborati emerge che la spesa dei turisti stranieri  per le vacanze culturali o in città d’arte rappresenta il 36,7 per cento del totale della spesa delle vacanze in Italia, per un valore di tredici milioni di euro. Ma non è tutto. Risulta anche che il turista straniero spende in media il 22 per cento in più nelle città d’arte: 129 euro rispetto che ai 106 di media​.
Numeri che possono solo migliorare. “Il ministero – ha sostenuto Christian Castorri, assessore del Comune di Cesena – ha detto che nel prossimo triennio il turismo culturale avrà un importante aumento”. Ad essere sempre più ricercati saranno i borghi, brand che nei mercati internazionali suscita sempre maggiore interesse. Non a caso, dal prossimo anno, una sezione specifica gli sarà dedicata dalla Borsa del turismo delle Città d’arte. Il problema, a questo punto, è la concorrenza. Il turismo culturale (non disdegna neppure l’enogastronomia) è in costante crescita, ma l’offerta è molto vasta non solo per le bellezze naturali del nostro paese, ma per l’impegno delle singole amministrazioni per valorizzarle. Per questo per conquistare questa fetta di mercato serve professionalità e un’idea che si affianchi alle bellezze del territorio.

articolo apparso nel n.6/2017 del mensile “La Romagna Cooperativa”

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