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CHRISTIAN CARLINI E LA SUA ARTE. Recensione di Rosetta Savelli

L'artista Christian Carlini vanta anche un prestigioso percorso artistico, caratterizzato da signìficative tappe evolutive.

CHRISTIAN CARLINI E LA SUA ARTE.
Recensione di Rosetta Savelli

Christian Carlini è un artista talentuoso che esprime la propria arte attraverso tecniche e linee pittoriche di rilevante efficacia.

Christian Carlini ha scelto di esprimere i propri talenti artistici principalmente attraverso la pittura, pur avendo un’anima eclettica. Inizialmente la sua arte traeva spunto dall’arte fiamminga.

Il Quattrocento fiammingo può infine considerarsi, assieme al Rinascimento fiorentino, un punto di riferimento culturale per tutta l’Europa dell’epoca, dove l’arte del Quattrocento riscoprì il “reale” nel suo significato più vasto ed ebbe come teatro di questa rivoluzione i due mondi paralleli della Firenze di Masaccio e delle Fiandre di Van Eyck e altri maestri.

L’artista Christian Carlini evoca tutto questo importante percorso artistico nella realizzazione delle sue opere che puntualmente ricevono consenso e prestigio da parte di esperti d’arte in tutto il territorio Europeo ed oltre.

Nell’intento di ampliare i propri orizzonti e le proprie capacità Christian Carlini evoca e si rifà anche al realismo, un movimento pittorico e letterario che trova le sue radici nel positivismo, un pensiero filosofico che studia la realtà in modo scientifico, nato in Francia nella metà del’800. Il Realismo tentava di cogliere e di rappresentare la realtà sociale, in modo crudo con meno allegorie e con maggiori veridicità ed il pittore Courbet ne era un rappresentante di spicco.

All’interno del suo percorso evolutivo l’artista Christian Carlini ha avvertito l’urgenza di ampliare il proprio mondo artistico, sia introspettivo che espressivo, approdando al Surrealismo ed attingendo da questo, validi riferimenti artistici.

Il Surrealismo ebbe come principale teorico il poeta André Breton, che canalizzò la vitalità distruttiva del dadaismo. Inoltre il Surrealismo è nato come una conseguenza di un automatismo psichico, di quel processo in cui l’inconscio, quella parte di noi che emerge durante i sogni, emerge anche quando siamo svegli e ci permette di associare libere parole, pensieri e immagini senza freni inibitori e scopi preordinati.

I surrealisti si avvalevano di diverse tecniche per far in modo di attivare il loro inconscio, al fine di addentrarsi in una dimensione onirica.

A tutte queste interpretazioni, se ne aggiungono altre che coinvolgono i criteri della pittura Metafisica, intesa come corrente pittorica del XX secolo che intendeva rappresentare ciò che è oltre l’apparenza fisica della realtà, al di là dell’esperienza dei sensi, approdando di conseguenza ad avvincenti spiagge oniriche, dove realtà e fantasia si scindono e si rigenerano in ampi scenari interpretativi e suggestivi.

Inoltre anche l’Iperrealismo fa parte del bagaglio personale e formativo di Christian Carlini, in quanto rappresenta un genere di pittura, nella quale gli artisti si servono di tecniche fotografiche e di una meccanica riproduzione della realtà per costruire l’illusionismo delle proprie tele e delle proprie sculture. I soggetti possono essere figure umane, scenari cittadini oppure oggetti inanimati descritti con uno stile spesso influenzato dal linguaggio espressivo della pubblicità, come: colori aggressivi, con inquadrature fortemente concentrate sul soggetto principale.

Il fenomeno dell’Iperrealismo, derivato dalla Pop art, ha avuto la sua origine intorno agli anni sessanta negli Stati Uniti d’America.

Le opere di Chritian Carlini narrano di questi viaggi interpretativi, attraverso i percorsi artistici e storici, che li hanno indirizzati e formati.

Le opere artistiche realizzate da Christian Carlini assorbono in pieno la verità e la passionalità delle precedenti tradizioni ed espressioni artistiche sulle quali si sono formate, aggiungendo però un’ulteriore capacità espressiva, caratterizzata da una interpretazione concettuale e cromatica innovativa e convincente.

Le sue opere trasudano di una seducente forza interpretativa, come espressione, sia onirica e sia reale, di una visione vigorosa di ciò che cattura lo sguardo e la fantasia.

Christin Carlini ci tiene a precisare che lui è un autodidatta che dipinge con tecnica “Olio su tela” e che ha iniziato a dipingere da circa dieci anni. Inoltre ha sempre amato l’arte figurativa ed è per questo che è rimasto affascinato dalla corrente iperrealistica.

Iniziando a dipingere pero’ si è reso conto che nei dipinti iperrealistici mancava un “quid”, ovvero il racconto di una storia, di un’ emozione, di una parte dell’ anima dell’artista.

L’iperrealismo si limitava alla realtà vista e riprodotta con grande maestria cosi come era, mentre Christian Carlini sentiva la necessità di parlare direttamente e personalmente al suo pubblico, o meglio di far raccontare qualcosa intimo ai suoi dipinti, per questo ha sempre creato e completato le sue opere mixando i diversi stili di iperrealismo e metafisica. Infatti solo con l’introduzione di oggetti apparentemente decontestualizzati ed inverosimilmente vicini tra loro, è possibile secondo l’artista, riuscire a mostrare una realtà che solo apparentemente corrisponde alla nostra comune conoscenza empirica. Di conseguenza, uno sguardo più attento è in grado di mostrarci le possibili variazioni sul come e quanto la luce sia irreale e possa colorare gli oggetti portando all’esasperazione la saturazione del colore reale. Per enfatizzare il tutto, l’artista Christian Carlini ricrea nelle sue opere i colori così detti “Rteroilluminati” ovvero quei colori che percepiamo attraverso i moderni monitor di computer e smartphone, e che rendono l’opera cromaticamente estrema e moderna, ma nel contempo ugualmente percepibile come reale.

A tutto questa sorta di mutazione genetica a livello artistico, Carlini aggiunge una nuova interpretazione come base concettuale, laddove gli oggetti diventano soggetti e recitano all’interno dell’opera come fossero all’interno di una rappresentazione teatrale.

L’artista vanta anche un prestigioso percorso artistico, caratterizzato da signìficative tappe evolutive:

Personale “Dolci Realtà” – Frosinone 2002

Ora qui l’artista stesso spiega tre delle sue opere, in modo tale che confrontandole con le altre da lui realizzate, si possa cogliere il significato più profondo della sua creatività e concettualità.

 

CHRISTIAN CARLINI E LA SUA ARTE. Recensione di Rosetta Savelli

“Scusate Il Ritardo” 
Apparentemente un opera gioiosa, la rappresentazione di un dolce non può non esserlo. Ma la realtà è ben diversa. L’opera incarna lo sterminio dei migranti , la moderna tratta degli schiavi. Ed è cosi che il pan di spagna diventa terra e la rossa glassa il mare tinto di sangue, all’interno del quale troviamo ancora persone che tentano di salvarsi, le scaglie di mandorle. “Scusate il Ritardo” ci fa comprendere che siamo già in ritardo ed ormai si può solo chiedere scusa al mondo ed a noi stessi.

CHRISTIAN CARLINI E LA SUA ARTE. Recensione di Rosetta Savelli

“Sulla Vetta Dell’Olimpo”

E’ l’immagine che più rappresenta il percorso della vita umana, dall’evoluzione ai desideri. I sassi, i meandri della nostra mente, a sinistra, un ramo di fiori di limone, ovvero il ricordo della creazione del mondo quando le piante sono state le prime ad abitarvi, è l’incarnazione del creato. Il cup cake, invece rappresenta la proiezione verso il futuro, il desiderio di evolversi, il sogno e le aspettative.

CHRISTIAN CARLINI E LA SUA ARTE. Recensione di Rosetta Savelli

“L’Isola Del Tesoro”

L’isola del tesoro rappresenta quel luogo di rigenerazione spirituale a cui noi aspiriamo, rappresenta “l’isola che non c’è ”. E’ una dimensione soggettiva che genera una domanda che nasce spontanea: ”E’ piccolo l’albero o sono grandi le monete?”.

 

Infine rivolgo qualche domanda all’artista :

R.S.: “Buongiorno Christian, innanzitutto complimenti per il tuo impegno artistico ed ora vorrei rivolgerti qualche domanda. Per esempio vorrei che tu mi descrivessi come nasce un tuo quadro, se lo realizzi di getto oppure se nasce dietro ad un pensiero, ad una riflessione.

C.C.: “Buongiorno, innanzitutto la ringrazio per i complimenti.

L’opera nasce da un pensiero, un’idea o una riflessione, la mia mente in un batter d’occhio racchiude l’evento in un’ immagine dapprima confusa, sfuocata, fino a quando l’immagine prende forma, si concretizza ed i soggetti diventano oggetti, è a questo punto che con carta e matita eseguo uno schizzo. Successivamente, fedelmente allo schizzo, costruisco la composizione che poi riproduco sulla tela. Ovviamente in corso d’opera il dipinto subisce molte variazioni, finchè non risulta fedele alla mia idea iniziale.”

 

R.S.: “Inoltre mi farebbe piacere che tu mi raccontassi come crei una tua opera dal punto di vista tecnico e attraverso l’utilizzo di quali materiali.”

C.C.: “Si inizia ovviamente dal montaggio della tela, io utilizzo una tela particolare,composta di un tessuto misto,naturale e sintetico,che dona alla tela una texture molto liscia. Dopo averla montata su un telaio di ottima qualità, la preparo con due stesure di Enduit (preparazione acrilica). Proietto l’immagine sulla tela bianca ed eseguo il disegno a matita. Inizio a dipingere con colori alchidici, in genere tre passaggi bastano per creare il tappeto cromatico, successivamente con due passaggi di colore ad olio riesco a terminare la vera fase di pittura. Per finire, con velature di colore ad olio, bilancio luci ed ombre, calibrando anche la tonalità cromatica, per dare al dipinto la giusta luce ed i giusti rapporti cromatici. In ultimo con il fondo ed i colpi di luce creo la giusta atmosfera.

Ci tengo a sottolineare che gli impasti cromatici da me usati simulano i colori retroilluminati delle Tv moderne e degli smartphone, questa scelta è stata da me intrapresa per rendere il dipinto più appetibile cromaticamente e per dare allo stesso un’atmosfera più moderna.”

 

R.S.: “Infine per concludere ho visto che tu hai realizzato numerose Esposizioni anche all’Estero. Ora vorresti dirmi quali differenze riscontri fra esporre la propria arte in Italia oppure esporla all’Estero.”

C.C.: “In realtà non ho trovato differenze sostanziali nelle mie esposizioni riguardo l’organizzazione, le persone e l’apprezzamento del mio lavoro. È un dato di fatto, però, che all’estero è lo Stato stesso ad incentivare l’arte rendendo accessibile a tutti l’acquisto di opere, mentre in Italia succede l’esatto contrario, e cioè che, lo Stato penalizza l’acquisto di opere d’arte tramite la pressione fiscale, scoraggiando cosi il cliente interessato ad investire nel campo dell’arte. Da questo ne concerne che lavorare con l’estero è assai più remunerativo e appagante.”

 

Recensione di Rosetta Savelli

30 giugno 2017

 

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