Si sfila la Confesercenti che resta contraria alla tassa, ma dice un no motivato ed apre alle trattative
Perde pezzi il fronte di chi vuole andare in piazza per contestare l’applicazione della tassa di soggiorno da parte del Comune di Cesenatico. A sfidarsi è la Confesercenti che resta contraria all’introduzione, ma dice no alla piazza. Lo fa con un comunicato firmato da Fabrizio Albertini, presidente della sede di Cesenatico. Questa la sua posizione.
Siamo contrari alla introduzione della tassa di soggiorno. Non condividiamo questa scelta dell’Amministrazione Comunale per un semplicissimo motivo: la tassa di soggiorno colpisce il nostro bene più prezioso, il cliente.
Si susseguono stagioni dai risultati altalenanti; valutiamo se quel ponte o quel week-end è andato un po’ meglio dell’anno precedente perdendo di vista l’unico vero bisogno: una politica strategica di riqualificazione e consolidamento turistico. Cosa ci serve? A nostro avviso strategia, programmazione, qualità.
La tassa di soggiorno è a tutti gli effetti una tassa sui consumi, pertanto riteniamo un errore andare a chiedere dazio ai nostri clienti. Anzi, peggio ancora, la tassa di soggiorno sarà quel minor gettito che il cliente non lascerà in città dai nostri colleghi commercianti, ristoratori, artigiani, perché in definitiva saranno le stesse categorie a farne le spese. Su questo non abbiamo dubbi!
Agli occhi di chi governa la città può apparire scontata l’espressione di una associazione di categoria come Confesercenti, che esprime giudizi su come una amministrazione dovrebbe spendere le risorse dei cittadini ma ribadiamo che andrebbero cercate e trovate alternative. Non dimentichiamo che abbiamo tutte le aliquote ai massimi livelli applicabili quali Imu e Irpef; inoltre paghiamo già anche l’imposta di scopo. Anche per questo penalizzare il turista è sbagliato e chiediamo di fermarci e ragionare con calma.
Se la politica del Governo nazionale apre una finestra normativa che consente ai Comuni di allungare la mano nel portafogli di quella che prende il nome di “ospitalità” perché è l’ultima chance allora bisogna fermarsi, concertare e proporre, per arrivare ad un confronto costruttivo con tutte le categorie, perché è chiaro che tutti pagheremo l’introduzione di questa tassa.
Non ci piace e non vogliamo arrivare a nessuna manifestazione di piazza ma è fondamentale fare chiarezza rispetto agli obiettivi. Se l’amministrazione si dimostrerà insensibile alle nostre rimostranze e deciderà di procedere con l’istituzione della tassa, come Confesercenti chiediamo fin da subito un progetto chiaro, condiviso e pluriennale di sviluppo turistico su cui investire interamente le risorse. Non accetteremo mai l’idea che le entrate di tale tassa vengano confuse in mezzo alle spese correnti, perché non possiamo chiedere al turista di farsi carico dei problemi di bilancio del Comune di Cesenatico.
Intelligente la posizione di Albertini. Il suo è un no motivato e propositivo. Ma è anche un no alla piazza che in questo momento sarebbe il più classico degli autogol. Mi piace anche la proposta di farla diventare, nel caso il Comune non torni indietro, una sorta di tassa di scopo e non mischiare quegli introiti alle spese correnti. Nonostante i problemi di bilancio, il Comune deve continuare ad investire per il turismo. E un piano (condiviso) pluriennale avrebbe un grande valore. È per questo che credo che Matteo Gozzoli, sindaco di Cesenatico, dovrebbe raccogliere l’invito di Albertini.
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