Avrebbe dovuto temporeggiare ancora. Adesso deve sapersi gestire
In attesa di capire quali saranno le grosse novità previste a Cesena, ipotizzate da un leader nel corso di un incontro tenutosi nei giorni scorsi, la politica va in ferie.
Premesso che in autunno, secondo me, non succederà niente di particolare se non la naturale e lenta evoluzione del quadro politico. E comunque niente che per una formazione centrista giustifichi la necessità di accelerare perché occorre andare a stringere un accordo a sinistra. Bisogna infatti ricordarsi che c’è un tappo che tiene tutto fermo: le politiche di primavera.
In questo momento conviene stare coperti, pasturare e temporeggiare fino a primavera. Poi si apriranno i giochi. Solo allora chi avrà delle carte buone dovrà metterle sul tavolo.
Però una novità, prima della pausa ferragostana, c’è stata. La definitiva investitura di Fabrizio Faggiotto. Due i fatti rilevanti. Il primo il suo annuncio su Facebook, il secondo la paginata che il mio amico Emanuele Chesi gli ha dedicato sul Carlino. E stata questa la vera incoronazione. È meritata.
Faggiotto è bravo e volenteroso. Ha dalla sua parte l’età, la voglia di conoscere e di fare e la padronanza dei nuovi mezzi. Ma questa popolarità potrebbe anche essere un’arma a doppio taglio. Ora deve gestirsi bene.
Che il suo sbocco naturale fosse la politica era chiaro. Ma, come ho scritto ancora in passato, ho l’impressione che sia partito troppo presto. L’obiettivo principale di un politico sono le elezioni. Siccome per le amministrative (non penso proprio che Faggiotto guardi alle politiche) si voterà fra poco di meno di due anni, uscire allo scoperto adesso è rischioso.
Per come la vedo io avrebbe dovuto continuare ad impegnarsi nella comunicazione, ruolo che gli avrebbe aumentato la visibilità, e poi fare il passo più avanti.
Ora però indietro non può tornare e deve sapersi gestire. Anche e soprattutto dopo l’incoronazione che gli è arrivata dall’intervista apparsa sul Carlino. Probabilmente doveva essere consigliato meglio da chi ha più esperienza. In un partito tradizionale questo non sarebbe mai successo.
Ora deve centellinarsi. Non deve incorrere nell’errore di cercare di alzare continuamente l’asticella. Oltre ad impegnarsi sui temi sempre all’ordine del giorno deve concentrarsi su iniziative mirate, come ha già fatto, che gli diano visibilità.
Soprattutto deve dimostrare di essere capace di andare oltre il no. Per chi sta all’opposizione dire no è facile. Più difficile dire un no motivato e presentare un progetto alternativo.
Insomma, deve puntare sulla forza delle idee. Senza però essere preso dalla frenesia di voler stupire per forza.
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