Autonomia regionale: Paolo Lucchi ribatte agli esponenti leghisti: Pini e Morrone fanno più uno per una rincorsa elettorale tra loro
Autonomia regionale: Paolo Lucchi, sindaco di Cesena, oltre ad appoggiare la proposta di Bonaccini continua a tenere il punto con gli esponenti leghisti.
Dopo Jacopo Morrone, segretario della Lega nord Romagna, anche il parlamentare leghista romagnolo Gianluca Pini, interviene sulla proposta del Presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il quale, utilizzando l’articolo 116 della Costituzione, sta avviando una trattativa con il Governo, per garantire maggior autonomia alla nostra Regione.
Come è noto, l’obiettivo di Bonaccini è di ricavare risorse aggiuntive per gli emiliano-romagnoli, utili per rilanciare una politica di investimenti pubblici, per rafforzare la nostra rete di servizi, per contribuire ai processi di innovazione di un sistema imprenditoriale che, con grande capacità, ci ha portati ad essere la “locomotiva” fondamentale della ripresa economica italiana.
E che cosa fanno Morrone e Pini, invece di riconoscere che Bonaccini ha individuato il percorso giusto per offrire all’Emilia-Romagna quelle risorse che invece, in tanti anni di “Federalismo auspicato e mai concretizzato”, la Lega nord non è riuscita a concretizzare in alcun modo?
Semplicemente si caratterizzano per la politica del “più uno” e, dopo che Morrone ha proposto di “fare come in Lombardia e Veneto”, (affidandosi ad un referendum che imporrebbe comunque l’accordo con il Governo al quale l’Emilia-Romagna sta già lavorando), Pini sostiene che, in aggiunta a questo, serve anche esprimersi sull’autonomia della Romagna.
E cioè, fingendo di dimenticare come in tanti anni di Governo a matrice leghista nulla si sia fatto nè per quel federalismo che avrebbe favorito l’operosità degli emiliano-romagnoli nè per un divorzio dall’Emiia al quale, peraltro, oggi imprese, Associazioni, sindacati, cittadini, non pensano certamente come ad una soluzione utile (mentre tutti si sono orientati verso una ben più facile da raggiungere “Provincia unica della Romagna”), rilancia rispetto a Morrone, sorpassandolo da destra e imponendogli un “più uno” tra leghsiti duri e puri che, temo, sia soprattutto utile ad una rincorsa elettorale tra loro due a chi potrà essere parlamentare tra pochi mesi.
E lo fa – sostenuto dal Gruppo leghista presente nell’Assemblea legislativa regionale – tornando su un cavallo di battaglia (il referendum per la separazione della Romagna dall’Emilia) che indebolirebbe un sistema economico in forte ripresa ed una Regione che oggi può contare su dati di crescita economica e di tenuta sociale, unici in Italia per positività.
“Ma ci faccia il piacere” avrebbe commentato Totó.
I romagnoli sanno bene come siano necessarie risposte concrete utili allo sviluppo della nostra Regione e non hanno certo voglia di perdere di nuovo tempo con cavalli di battaglia leghisti, ormai fuori dal tempo.
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