Intervento dei Liberaldemocratici sulla nuova raccolta rifiuti in centro
Sullo scottante problema della raccolta rifiuti in centro intervengono anche i Liberaldemocratici.
L’annuncio del prossimo avvio del porta a porta “modificato”, nel centro urbano entro le mura, reca con sé l’idea innovativa, e sperimentale con pochi esempi in Italia, delle isole ecologiche mobili: servizio per 2.400 residenti, che dovranno conferire i rifiuti in 6 postazioni itineranti, in determinate fasce orarie.
Per la prima volta si inverte il modello del servizio pubblico, e il cittadino diventa servitore del servizio, quello della raccolta rifiuti: tempi e modi non suggeriscono altra definizione. Il tutto forse per poter disincentivare ancor più l’abitabilità del centro storico, ad iniziare dalle persone anziane o con handicap che vi risiedono.
Sugli esercizi commerciali, che insistono entro le mura del centro storico, le indicazione dell’assessore Francesca Lucchi non sono ben chiare. Si fa riferimento ad un sistema di raccolta degli imballaggi, della plastica e del vetro già attivo, non si comprende se tale sistema rimarrà o se si ipotizza di farlo confluire nelle future isole ecologiche mobili.
Se così fosse, agli esercenti la nuova beffa di dover pagare migliaia di euro di tassa rifiuti, con il maggior onere di dover organizzare il conferimento dei rifiuti in determinati orari e in determinati luoghi, con spreco di tempo e denaro, a detrimento della loro principale attività di esercente, quella che serve per produrre ricavi e pagare le tasse.
Si tratta, quindi di una soluzione non chiara, non presentata neanche in sede di quartiere, men che meno in commissione o consiglio comunale, quasi ci si vergognasse di farlo.
In effetti qualche vergogna c’è, ad esempio quella di non poter chiedere, almeno subito, altri soldi ai cittadini per la tassa rifiuti, il cui costo complessivo è di 16 milioni annui, nonostante l’impiego dei “nonnini” dell’Auser.
D’altra parte l’obiettivo di raggiungimento della percentuale del 70% di recupero è di quelli che non si può fallire, e richiede la raccolta porta a porta, ma subito dopo occorrerà attivarsi per conseguire la tariffa puntuale, dove ognuno pagherà per la quantità di rifiuti conferita, esclusa quella che…non lo sarà.
Le isole mobili sono la soluzione a basso costo presa a tavolino, che permette a Palazzo Albornoz di dire “abbiamo predisposto”: una soluzione burocratica quindi, che prescinde dal reale grado di soddisfazione del cittadino, ridotto a mero soggetto passivo da tassare.
Anzi, lasciasse il centro storico, sarebbero problemi in meno per tutti quanti.
Ci sorgono tanti interrogativi.
Il sistema è già stato sperimentato in qualche altra città (con quali risultati?), o è talmente innovativo che a Cesena sarebbe “la prima volta”?
Siamo divenuti il campo sperimentale di Hera? Con quale ritorno per i cittadini e il territorio?
Quali motivazioni forti hanno portato a scegliere questo sistema?
Sono state fatte delle simulazioni sul servizio, in termini di fruibilità e costi?
Se per gli esercenti non cambierà nulla, e per loro sarà prevista ancora la raccolta puntuale, perché non estenderlo anche a quei pochi 2.400 residenti, magari con soluzioni meno impattanti dei raccoglitori attuali?
Quanto costerà esattamente questo servizio a Hera, rispetto agli altri sistemi utilizzati sul territorio?
Comune, Atersir e Hera lo sanno bene, lo sanno tutti, tranne i diretti interessati.
Probabilmente qualcosa sfugge al quadro complessivo, e purtroppo non è colpa nostra se mancano elementi di chiarezza, che forse neanche lo stesso assessore Francesca Lucchi potrà fornirci, ma a cui chiediamo lo sforzo di farlo.
Questo post è stato letto 158 volte